Recensione: Dark pounding steel

Di Claudio Casero - 19 Gennaio 2007 - 0:00
Dark pounding steel
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Anno: 2006
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87

I berlinesi Fatal Embrice, al secolo Nosferatu, escono nei negozi con il loro terzo full-length intitolato “Dark pounding steel”. La band teutonica, composta da Moloch, Dirk Heiland, Christian Grigat, M. Thäle e Ronald Schulze ci propone un thrash metal old style di ottima fattura che pesca qua è là sia dal movimento americano che da quello europeo.

L’opener “Born in blasphemy” lascia già presagire il massacro sonoro che ci aspetterà: una batteria-frullatore accompagna riff di chitarra veloci e potenti di sodomiana memoria che fanno da contorno ad una voce urlata e marcia al punto giusto.
È con “Assassination” e “Don’t sacrifice my soul” che però i nostri padiglioni auricolari si possono ritenere veramente soddisfatti; violenza ed energia allo stato puro distruggono il cervello dell’ascoltatore lasciandolo inebetito a causa dell’incredibile forza sprigionata dal sound del quintetto tedesco. Sono chiarissimi in questi casi i riferimenti agli Stayer di “South of heaven” soprattutto per quel che concerne i suoni di chitarra che, pur essendo a tratti stridenti, riescono sempre a convincere e ad emozionare creando un’atmosfera claustrofobia che non ci lascia scampo. Anche il cantato fa il verso, in alcuni momenti, a quello di Tom Araya, mantenendo però sempre una buona dose di personalità.
Con “Storming my mind” ci spostiamo maggiormente verso un thrash-core americano di fine anni ’90; le chitarre notevolmente veloci e taglienti non lasciano scampo alla melodia che viene lasciata totalmente da parte con il risultato di avere poco più di due minuti di potenza musicale allo stato puro.
“Evil dead” e “Beyond the bridge of death” passano veloci e senza intoppi grazie al loro sound quadrato e non molto originale ma comunque estremamente piacevole in tutte le su parti.
Il miglior brano di tutto il lavoro è sicuramente “In black years of pain” in cui la pura violenza riesce a mischiarsi in maniera eccelsa con un briciolo di melodia. I riff arrivano alle nostre orecchie come vere e proprie mazzate che non ci lasciano scampo eccezion fatta per i momenti meno ritmati che comunque risultano essere sempre di ottimo gusto e di realizzazione ineccepibile.

Questo “Dark pounding steel” è quindi un ottimo lavoro di thrash metal come non se ne sentiva da parecchio tempo. La mancanza di originalità, in questo caso, non viene vista come un difetto, ma anzi come un grande pregio. Sfido chiunque a rimanere immobile mentre ascolta questo platter senza scatenarsi in un furioso headbanging o in un pogo senza limiti.
Consiglio caldamente questo lavoro dei Fatal Embrice sia agli amanti del genere nostalgici del vecchio thrash della bay area sia ai novizi che riusciranno sicuramente ad apprezzarlo dal momento che tutti i brani scivolano via senza nessun intoppo. L’unica cosa che viene da fare quando tutto è finito è rischiacciare “play” e ricominciare tutto dall’inizio.

TRACKLIST:
1. Born in blasphemy
2. Assassination
3. Don’t sacrifice my soul
4. Storming in my mind
5. Evil dead
6. Beyond the bridge of death
7. Damned will be my name
8. And the evil walks your way
9. In black years of pain
10. Dark pounding steel

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