Recensione: Dark Waters [EP]

Di Gianluca Fontanesi - 12 Dicembre 2016 - 0:01
Dark Waters [EP]
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2014
Nazione:
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64

Interessantissimo Ep quello degli emiliani Under The Ocean, che si presentano sulla scena con un prodotto di tutto rispetto e destinato a far drizzare le orecchie a parecchi amanti della musica estrema. La copertina rimanda fortemente al lago di Resia e al campanile di Curon Venosta; mentre però ci si aspetta un certo tipo di quiete, ecco invece spuntare una presenza aliena dagli abissi pronta per attaccarci al muro a suon di legnate. Questo è esattamente quello che Dark Waters fa.

Gli Under The Ocean suonano un deathcore violentissimo che riesce ad essere un buon connubio tra scuola americana ed europea; possiamo accostare il combo a realtà più blasonate e possiamo sicuramente ritenerli in grado di dire la loro anche in campo internazionale. Il problema della band non risiede quindi nella stessa ma nel genere in se, che è tremendamente stantio e zeppo di uscite che si fatica a distinguere l’una dall’altra. L’ottima produzione, ad opera dello Sliver Music Studio, dona il giusto risalto ad ogni strumento ed è ovviamente ciò che il genere richiede: sintetica e pregna di trigger. I parmensi offrono una prova corale sicuramente interessante e degna di nota, nella quale però la personalità latita; su questo bisognerà lavorare in futuro per riuscire ad emergere in maniera netta e definitiva. I quattro brani dell’Ep non sono malvagi, anzi: tra ogni tipo di brutalità assortite e tra un breakdown e l’altro spuntano sprazzi più “ariosi “ e progressivi in grado di spiazzare l’ascoltatore e dare valore aggiunto alle composizioni già di per se abbastanza strutturate. Il riffing oscilla tra lo swedish e le serrate ritmiche più occidentali, mentre la sezione ritmica pesta come un’ossessa e, allo stesso tempo, sa anche rallentare senza essere gratuita. The Leper Town, The Bell Tower, The Riverbank e The Creeper offrono quindi una ventina di minuti di musica piacevole e aggressiva, purtroppo però contenente ancora troppi clichè; su questo bisognerà lavorare in futuro. Se amate il deathcore date un’opportunità agli Under The Ocean, non ve ne pentirete!

 

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