Recensione: De Glemte Tider

Di Giorgio Vicentini - 20 Marzo 2006 - 0:00
De Glemte Tider
Band: Skumring
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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76

Forse non si dovrebbe dire, ma comincio a provare una certa simpatia per la Aftermath Music che, dopo i grandiosi dischi di Fallen e Runemagick dello scorso anno, si fa notare al sottoscritto con la sua nuova scoperta Skumring
Tutto parte da un demo realizzato nell’inverno del 2004, che deve aver colpito a tal punto la casa discografica da spingerla a rivederlo nel mixaggio per rendervi piena giustizia. Da qui l’attuale De Glemte Tider ed i suoi quaranta minuti.

La domanda è: com’è possibile che un disco fatto di inserti “ambientali” sostanzialmente già sentiti, doppie chitarre elettriche ed acustiche più voce femminile, cioè i grandi stereotipi del settore, riesca ancora a coinvolgere tanto? Perché sotto ci sono sentimento e sensibilità. 
De Glemte Tider ha un cuore, che scandisce delicatamente il riff acustico in apertura di “Søvn“, lasciando meno di 15 secondi per innamorarsi della sua emozionante semplicità poggiata al silenzio circostante. Ad impreziosire il riffing la voce armoniosa di Cecilie, attestata su tonalità medio-alte, mai eccessiva o prima donna e con la grandissima dote di adagiarsi con piacevole naturalezza alle melodiose ritmiche rallentate, addolcendole, sottolineandole.

Il doom degli Skumring è per gli amanti della quiete, dei respiri silenziosi immersi in un’atmosfera malinconica, che richiamano il lato più delicato di alcuni nomi quali My Dying Bride, The 3rd and the Mortal, Funeral, Theatre of Tragedy prima maniera ed il filone doom con voce femminile meno pacchiano e pomposo. Non ci sono eccessi nella musica di Vàli e Ole (chitarre), per questo la leggerezza del finale di “Søvn” suona toccante mentre si scioglie sotto le gocce di pioggia che anticipano l’entrante “De Glemte Tider“, la cui prima parte punta dritta nel cuore. Proprio “De Glemte Tider” rappresenta con completezza lo spettro espressivo della band, anche grazie alla durata maggiore che ne mette in luce le sfumature. 
Trattandosi in ogni caso di doom, non vengono meno le chitarre elettriche ben accentante ma mai invadenti o esagerate, divise tra lo scandire le ritmiche cadenzate ed il descrivere lenti assoli, permettendosi soltanto in un caso di rompere i giochi invadendo la title track con un cambio ritmico più spedito ed aggressivo, rimando alla tradizione doom gothic inglese.

Gli Skumring devono progredire sotto qualche aspetto, per raffinare e rendere ancora più significativi alcuni passaggi, lavorando senza forzature, aggiustando le sbavature vocali sui toni più bassi, studiando soluzioni sempre più personali. In ogni caso, specifico a chiare lettere che il livello attuale giustifica in pieno l’acquisto di questo materiale, capace di toccare punte d’espressività appassionanti in più frangenti.

Mi sono letteralmente innamorato di ogni singola nota acustica di De Glemte Tider, il valore aggiunto irrinunciabile ad una piccola gemma musicale in grado di rilassare e coinvolgere con il suo muoversi pacato, rispettoso complice di chi con esso voglia viaggiare.

Tracklist:
01. Søvn
02. De Glemte Tider
03. Forførelse I Natten

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