Recensione: Death Metal

Di Alessandro Cuoghi - 2 Marzo 2010 - 0:00
Death Metal
Band: Dismember
Etichetta:
Genere:
Anno: 1997
Nazione:
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88

Death Metal: un titolo, una pesante dichiarazione d’intenti.

É così che i Dismember, attivi dal 1988 e fieri portabandiera del Death Metal di scuola svedese, decidono, dopo una breve parentesi maggiormente indirizzata alla melodia, di riaccostarsi al sound più grezzo e violento degli esordi, che ne aveva decretato lo splendore grazie a pietre miliari del calibro di “Like An Ever Flowing Stream” ed “Indecent And Obscene” rispettivamente del 1991 e del 1993.

Pubblicato nel 1997, “Death Metal” si presenta come un prodotto di tutto rispetto e, nonostante un’accoglienza iniziale piuttosto tiepida dal punto di vista delle vendite, viene considerato da molti alla stregua di un capolavoro.
Più conosciuto dei suoi predecessori, soprattutto da chi si è avvicinato alla band in tempi più recenti, “Death Metal” riesce a mettere a segno una serie di colpi precisi e letali grazie a canzoni grezze, dirette, cariche di groove e corredate da aperture melodiche di matrice pseudo-maideniana. Amalgamandosi ad hoc con le vocals dannatamente old school del singer Matti Karki, la succitata miscela sonora, involuzione volutamente ricercata e consolidata, è divenuta col tempo il vero e proprio marchio di fabbrica della band.

I brani contenuti in questa fangosa perla musicale, sono intrisi di un groove marcio e potente e da quella sana aggressività posseduta solamente da chi, il vero Death Metal, se lo sente scorrere nelle vene, alla faccia degli ultratecnicismi freddi ed esasperati tipici della maggior parte delle produzioni tanto in voga di questi tempi.

Sin dalla fantastica opener “Of Fire”, dal riff principale divenuto leggenda grazie ad un impatto bruciante ed un’estrema facilità di assimilazione, i cinque svedesi manifestano chiaramente la propria concezione di Death Metal: vocals dal profondo, tematiche a base di guerra e sangue, intrecci di chitarre distorte incastonati fra ritmiche potenti e blast beat incalzanti. Anche il basso trova spazio, emergendo di prepotenza nei ribattuti stoccati senza pietà da Richard Cabeza, che proprio non ci stà a restarsene sepolto sotto il muro sonoro creato dai compagni.
Il disco continua a scorrere inarrestabile e la coppia d’asce Blomqvist-Senneback non si risparmia e macina un riff dietro l’altro, drappeggiando sapientemente le potenti impalcature metalliche erette dal batterista, compositore, nonchè produttore e sound ingineer Fred Estby.
Prendono così vita, uno dietro l’altro, episodi di violenza inaudita, tra i quali vado a citare la terremotante doppietta costituita da “Trandkiller” e “Misanthropic”, destinate entrambe a segnare le gioie ed i dolori (soprattutto quelli) dei mosher più spietati.
BPM leggermente ribassati invece per l’oscura ed arabeggiante “Let The Napalm Rain”, vero cingolato sonoro, lento ma inesorabile, introdotta per l’occasione (tanto per rimanere in tema bellico) da un breve sample del cult movie Apocalypse Now.
La tecnica esecutiva, sempre presente ma mai ostentata, viene piegata al proprio volere, al fine di forgiare brani variegati e coinvolgenti, scolpiti con maestria ed indici di perfetta commistione tra passione e capacità compositiva.
“Death Metal” prosegue costante, senza un riempitivo, passando per l’aggressiva “Live For The Fear (Of Pain)” fino a giungere all’orecchiabile “Silent Are The Watchers” ed alla conclusiva, catacombale “Mistweaver”. L’album si dimostra piacevole durante l’intero arco della propria durata, rivelando quanto il combo svedese sia ricco di idee ed energie sonore e capace di sfornare una serie di brani dalla qualità decisamente elevata, pur non discostandosi troppo dal proprio stile.

Ebbene, “Death Metal” non mente, confermando il proprio titolo sia dal lato compositivo che da quello lirico. Il disco, caratterizzato da un sound tritaossa e da una produzione che, sebbene non si riveli il massimo del settore, riesce a garantire efficacia e tiro ad ogni singolo brano, è riuscito nel tempo a guadagnarsi un posto nei cuori dei fan vecchi e nuovi.
Quindi se non ce l’avete già, correte a comprare questo distillato di marciume, potenza e pulsioni melodiche, frutto di genuina passione e dedizione totale alla causa. Mentre, per chi già lo possiede da tempo, quale occasione migliore per una sana scapocciata sulle note furenti della mitica “Of Fire”!

Signore e signori, questo è (il) Death Metal made in Dismember!

Alessandro Cuoghi

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Lineup

David Blomqvist: Lead Guitar
Matti Karki: Vocals
Fred Estby: Drums
Richard Cabeza: Bass
Robert Senneback: Rhythm Guitar

TRACKLIST

1.  Of Fire
2.  Trendkiller
3.  Misanthropic
4.  Let The Napalm Rain
5.  Live For The Fear (Of Pain)
6.  Stillborn Ways
7.  Killing Compassion
8.  Bred for War
9.  When Hatred Killed The Light
10. Ceremonial Comedy
11. Silent Are The Watchers
12. Mistweaver
 

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