Recensione: Death Walks Behind You

Di Giulio Caputi - 18 Febbraio 2004 - 0:00
Death Walks Behind You
Etichetta:
Genere:
Anno: 1971
Nazione:
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95

Death Walks Behind You, è uno di quei dischi che non passano facilmente inosservati, è uno di quei lavori che colpiscono direttamente al cuore di chi lo ascolta. Siamo di fronte ad una pietra miliare dell’hard’n’heavy degli anni 70, dotato un sound granitico, a tratti vicino a quello dei Black Sabbath, ma segnato per tutta la sua durata dalla maligna impronta dell’Hammond di Vincente Crane (un vero genio incompreso dei tasti d’avorio). E’ si…., se gli Atomic Rooster fossero stati capaci di mantenere questo tipo di trademark sonoro negli album successivi, oggi come oggi ci ritroveremmo di fronte ad un dualismo esasperato tra loro e la band di Iommi & co. , soprattutto per la domanda riguardante chi fosse stata la band ad avere inventato l’heavy metal. “Death Walks Behind You” ha tutti gli esatti connotati per essere identificato come un album di proto heavy metal, ma in più si possono aggiungere altre considerazioni, e cioè che sia per le tematiche, che per la violenza sonora ed i ritmi cadenzati, i gruppi doom, black etc…da questo possono aver tratto una notevole ispirazione.
Certo gli Atomic Rooster non furono gli unici ad accostarsi a liriche cupe e sataniche, infatti oltre i Black sabbath già citati prima, anche gli High Tide (del violinista Simon House, poi con gli Hawkwind) ed i Black Widow stavano già trattando certi argomenti. Ma la forma canzone degli Atomic Rooster era molto più vicina al concetto di metal song ripetto a questi ultimi due gruppi, che invece tendevano a dilatare a dismisura i loro pezzi. Va inoltre menzionata la partecipazione del talentuoso Carl Palmer nel loro ottimo album d’esordio (Atomic Rooster del 1971), mentre in DWBY fu rimpiazzato dal valido Paul Hammond. Prima di analizzare le songs, va inoltre detto che Vincent Crane era affetto da problemi psichici e questo poi lo porterà negli anni successivi alla fama, praticamente all’autodistruzione, morirà infatti verso la fine degli ’80, ma questa cosa ve la dico perché anche il dipinto raffigurato in copertina, era un opera dello scrittore/pittore inglese dell’800 William Blake, anch’esso affetto dallo stesso tipo di problemi (strana coincidenza!).
Infine a completare il terzetto c’era la chitarra di John Ducann autore di alcuni micidiali metalriff, che tanto faranno scuola per i gruppi a venire. Mentre il basso veniva sostituito da Crane con l’uso del pedale dell’hammond.
Proprio la traccia “Death walks behind you” apre il disco, e ci troviamo subito di fronte ad un suono veramente inquietante con il tetro incedere della chitarra e dell’ Hammond che non lasciano speranza, sembra di avere proprio i secondi contati prima dell’ultimo respiro (ahaha io mi gratterei se fossi in voi); la canzone si rivela comunque ottima, da fare invidia ai moderni gruppi doom. Il pezzo successivo “Vug” è invece uno strumentale veramente coinvolgente, in cui i riff di Ducann aprono la strada a quella proto-forma di metal song che dicevo prima. “Tomorrow’s night” è uno dei loro pezzi più famosi, un mid tempo dotato di un ottimo ritornello, orecchiabile ma non per questo scevro da quella tipica pesantezza che caratterizza il sound degli A.R.
“Seven streets” è invece uno dei miei pezzi preferiti in assoluto, veramente coinvolgente, suonato con una perizia tecnica veramente invidiabile, vicino ad un metalsound gotico e scuro, che gli permette di essere una spanna sopra le altre songs.
“Sleeping for years” ed “I can take no more”, sono invece due ottime hard rock songs, un po’ più vicine alle sonorità tipiche dell’epoca, ma non per questo meno suggestive. Infine “Gershatzer” conclude degnamente il long playng con un memorabile drum-solo di Paul Hammond , comunque la canzone è caratterizzata dal solito geniale hammond di Vincent Crane.
In conclusione oltre tutto quello che è stato già detto in precedenza, posso affermare che DWBY è l’apice compositivo del terzetto anglosassone, un lavoro perfetto sotto tutti i punti di vista, tanto che in futuro gli Atomic Rooster avranno non pochi problemi a ripeterne i fasti. Certo anche il seguente “In hearing of” a mio avviso sarà un’ottimo lavoro (molto vicino pure questo al concetto di heavy metal), ma con tematiche meno incentrate sull’aspetto satanico e più “libere” di spaziare in altri argomenti, ciò però conferì un calo di popolarità che si rivelerà inesorabile per tutti gli anni successivi. Ma quel che stato fatto è fatto, ed abbiamo ancora la possibilità ed il piacere di inebriare i nostri padiglioni auricolari con capolavori come “Death walks behind you”, un pezzo di storia, non fatevelo sfuggire!

Line up:
Vincent Crane: Hammond, vocals
John Ducann: Guitar, vocals
Paul Hammond: Drums

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Genere:
Anno: 1972
85