Recensione: Defenders of the Crown

Di Eugenio Giordano - 30 Ottobre 2003 - 0:00
Defenders of the Crown
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Anno: 2003
Nazione:
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80

Una delle migliori performance, in base alla mia personalissima opinione, dell’ultima edizione del Wacken Open Air è stata quella dei tedeschi Human Fortress ingiustamente relegati su un palco secondario sotto un tendone che rendeva l’aria irrespirabile con quel caldo. Seguo questi ragazzi dal loro esordio sotto la guida di Limb Schnoor e li considero una delle pochissime band tedesche capaci di non sottostare al trend del power metal ma davvero in grado di fondere l’anima del metal classico con quella dell’epic più ortodosso il tutto senza dimenticare le melodie e la velocità. Per questo motivo vi prego fin da subito di non considerare gli Human Fortress una power metal band perchè hanno molto in comune con gli Iron Maiden e le loro canzoni si basano su passaggi classici e dannatamente ispirati che non possono lasciare indifferenti i supporters di Steve Harris & Co. Scordatevi anche facili soluzioni compositive alle quali spesso ricorrono altre band tedesche, gli Human Fortress sanno scrivere ottimo Heavy Metal dai connotati eleganti e personali, senza perdersi in costruzioni troppo articolate, i nostri sanno distinguersi e soddisfare chi cerca un approccio maturo e ambizioso al metal classico. Come dicevo sopra il primo a credere in loro fu Limb Schnoor ma questo secondo “Defenders of the crown” è stato pubblicato dalla Massacre ponendo fine alla collaborazione tra il gruppo e il guru del power tedesco al vertice della LMP Music. Gli Human Fortress non hanno perso una virgola della loro iniziale ispirazione mantenendo altissimo il valore artistico delle loro composizione e cercando di misurare con più perizia ogni dettaglio del loro stile. Ottima anche la produzione sonora, sotto questo profilo il gruppo bissa decisamente il primo disco.

Il platter si apre con la ottima “Knights in shining armour” un brano impostato su un riffing galoppante e paragonabile all’epic irresistibile dei primi Maiden per poi esplodere letteralmente in un bel refrain efficace, affidato ad un ottimo ritornello. La title track appare subito articolata in un arrangiamento più complesso che comunque appare fluido e funzionale, spesso si percepiscono influenze medievali, e nel ritornello il gruppo riesce a convincere l’ascolatatore senza portarlo a canticchiare stupide melodie già sentite mille volte. La breve intro “Colloseum” introduce la successiva “Gladiator of Rome” che si presenta come un brano epico e ricco di enfasi, da sottolineare l’eccellente impiego dei cori che consentono al brano di poter essere apprezzato anche sotto il palco da chi magari non conosce bene la musica del gruppo. Eccellente sotto ogni profilo “Holy grail mine” si basa su una struttura intelligente e ambiziosa che spazia con eleganza tra melodie crescenti e ottimi riff trascinanti, ancora una volta nel ritornello gli Human Fortress colpiscono nel centro senza lasciare dubbi sul loro talento. Altissimo anche il valore della devastante forza di “Border raid in lions march” che sebbene meno complessa possiede una verve compositiva frontale ed epica che rimanda agli anni ottanta senza voler plagiare nessuna band. Più medievale e rallentata “Siege tower” si affida a una strofa decisamente melodica negli arrangiamenti per poi mostrare una ottima prestazione vocale nel ritornello. Più veloce ma comunque lontana da tentazioni power “Schattentor” riporta gli Human Fortress al metal clssico e frontale di due decadi scorse. Maggiormente melodica “Skin & feather” possiede anche una atmosfera folk grazie a dei belli inserti di viola, l’architettura del brano cresce progressivamente personificando una verve epica innegabile. Più powereggianti “Mortal sinful wrath” e “Sacral fire” si basano su riff più serrati e frontali, gli arrangiamenti perdono in personalità ma credo che al gruppo servano dei brani come questi per attrarre la platea in sede live. Con la conclusiva “The valiant” gli Human Fortress forgiano un anthem dal fortissimo potenziale su chi ascolta, ottimi i cori che aumentano incredibilmente il valore del pezzo.

In definitiva credo che con questo secondo disco i nostri tedeschi hanno messo in chiaro il loro talento indiscutibile, evidentemente le impressioni suscitate dal primo platter hanno trovato conferma in questa sede, bravi e avanti così.

Tracklist:
1. Knights in shining aromour
2. Defenders of the crown
3. Collosseum
4. Gladiators of Rome
5. Holy grail mine
6. Border raid lions march
7. Siege tower
8. Schattentor
9. Skin & Feather
10. Mortal sinful wrath
11. Sacral fire
12. The valiant

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Genere:
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