Recensione: Defragments of Insanity

Di federico venditti - 17 Aprile 2019 - 18:06
Defragments of Insanity
Band: Necrodeath
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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90

Nel lontano 1989 usciva il seminale “Fragments of Insanity”, un concentrato di sonorità slayeriane mischiate ai miglior Kreator, con strappi tiratissimi di chiara matrice proto-black. Un lavoro che ha segnato l’intera scena mondiale, tanto da scomodare pesi massimi come Phil Anselmo, che li ha sempre elogiati nel corso degli anni. Ora per celebrare il trentesimo anniversario ecco che Peso e soci danno alle stampe “Defragments Of Insanity”, la registrazione ex novo del super classico della band ligure, donando un suono moderno, ma non distante dall’urgenza primitiva dell’originale.

Qualche die-hard fan magari storcerà la bocca per questa operazione, che qualcuno potrebbe vedere come una mera esigenza di marketing per avere facile visibilità, ma la realtà è che, anche se “Fragments of Insanity” è diventato un classico del death tricolore, il suono è a dir poco carente, anche per quei tempi in cui si registrava in analogico. Mentre negli USA gli Slayer avevano a disposizione un Rick Rubin dietro la consolle per poter esprimere il loro pieno potenziale di fuoco, qui in Italia band promettenti come i Necrodeath si trovavano a fare i conti con fonici improvvisati  abituati a produrre album pop e non avendo nessuna esperienza in ambito thrash/death o metal in generale. Ecco spiegato uno dei motivi per cui la band di Genova si sciolse  (oltre alla totale carenza di club dedicati al metal). Quindi un’operazione che per altre band potrebbe assumere le sembianze di sciacallaggio e di mancanza di nuove idee, per i Necrodeath si tratta invece di poter far sentire finalmente come avrebbe potuto suonare quel disco nel 1989 se solo avessero avuto la possibilità di avere degli studi e un produttore competente e di esperienza.

L’attacco frontale di Choose Your Death o il mid tempo assassino di Thanatoid mostrano i Necrodeath in forma smagliante, non un calo di tensione durante le otto tracce del disco. Flegias non fa rimpiangere Ingo dietro al microfono offrendo una prestazione maiuscola, cosi come anche il resto della band che non ha voluto smorzare la fiamma nera che ardeva nel 1989. Per ragioni storiche, che non sto qui a spiegare, siamo un popolo esterofilo pronto ad elogiare gruppi tricolori che però diventano conosciuti prima all’estero e poi di conseguenza qui da noi. Se è così che stanno le cose, allora seguite il consiglio di Cronos dei Venom (che non è certo una persona diplomatica o senza peli sulla lingua), che ha definito in diverse interviste il combo ligure come una delle formazioni migliori in ambito thrash/death europeo.

“Defragments Of Insanity” va assolutamente acquistato e messo tra i pezzi pregiati della vostra collezione di dischi. Eccellente.

 

 

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