Recensione: Delirious Nomad

Di Andrea Arditi - 14 Gennaio 2004 - 0:00
Delirious Nomad
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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83

Gli Armored Saint si ripresentano, dopo l’ottimo, splendido debut March Of The Saint, nuovamente sul mercato discografico con l’album in questione, Delirious Nomad. Gli Armored fan parte di quei gruppi che hanno contribuito in maniera fondamentale alla nascita e crescita della scena heavy, nonchè davvero importanti per la loro connotazione di quell’ US Power metal marcatamente epico del loro debut, cosa che li ha resi molto particolari. Delirius Nomad si pone al centro di due capolavori: proprio March Of The Saint ed il successivo Raising Fear (altro simbolo del Power Metal made in USA).
In formazione troviamo uno dei singer più conosciuti nell’ambiente, quel John Bush che andrà poi a rinforzare gli Anthrax dopo la dipartita di Belladonna, famoso soprattutto però per le sue doti canore.
L’album si apre con Long before I die, pezzo dall’influenza prettamente hard rock, influenza dei primi Judas Priest,molto presente nel proseguio di tutto l’album; trattasi di canzone dal riff molto convincente,contornato ed arricchito da un Bush che scandisce ed impreziosisce il pezzo in maniera fondamentale.
A seguito della opener ci troviamo di fronte a Nervous Man: l’intro sembra preludere ad un rallentamento, ad uno smorzamento dei toni rispetto alla prima song, ma ciò verrà confutato dal riff che presto la caratterizzerà andando a continuare così quello che era il filo conduttore melodico e graffiante di Long Before I Die. Il riff portante del pezzo va alternandosi all’arpeggio solenne che caratterizza l’inizio della song ,fino all’assolo, anticipato da un brusco rallentamento, sostenuto e scandito da potenti riff di basso e di chitarra.
La terza traccia del disco è Over the edge, personalmente una delle mie canzoni preferite all’interno dell’intero lavoro: è aperta da un breve giro di batteria di Gonzo, a seguito del quale un convincente riffing introdurrà all’arpeggio sul quale Bush si cimenta in una prova davvero perfetta e che risulta essere davvero emozionante.The laugh è la quarta traccia dell’album, conforme sicuramente alla linea della opener, un brano impreziosito da un assolo molto melodico e tra i più belli all’interno del platter. La quinta canzone, Conqueror, è indubbiamente una delle mie preferite del disco: un brano dal ritmo veloce e potente di chiaro stampo Us Power, sostenuto e serrato, riff molto convincente con un’ottima prova di Gonzo; di ottimo gusto il cambio di tempo scandito dal basso a fine assolo, per tornare poi nuovamente sul riff portante che ha caratterizzato il brano fino alla fine.For the sake of heaviness è il sesto pezzo,di cui sottolineo ancora una volta l’ottima melodia che le due chitarre(Dave Prichard e Phil Sandoval) hanno saputo creare, con un’ottima alternanza di riff, ed assolo perfettamente incastonato in esso.
Aftermath è la traccia successiva,per la quale la parola solenne rende bene l’idea,almeno per il suo inizio: anche qua ottimi i cambi di tempo, nel primo caso per rendere alla perfezione la parte solamente strumentale del pezzo, nel secondo per introdurre l’arpeggio su cui Bush si cimenterà a cantare, ed è veramente buona la sua prova,suggellata da un assolo di voce ottimo. La seguente In the hole è ancora una volta la giusta ponderazione di hard rock ed heavy metal,prima parte granitica nel suo avanzare, seconda parte decisamente emozionale nel suo intercedere, e mi preme di sottolineare l’ottima prova di Joey Vera.
You’re never alone è una song tra le più pesanti dell’album,ha dalla sua un ottimo tappeto di chitarre ed un assolo tagliente. A chiudere l’album troviamo Released, proseguimento logico della canzone che la precede: veloce, compatta e racchiude un po’ tutte le qualità che possiamo trovare nel corso dell’ascolto di questo platter,arricchito dall’assolo di Joey Vera,seguito da quello di chitarra.
Per concludere posso solamente dire che chi ama March Of The Saint troverà alcune differenze di sound che potrà o meno apprezzare ma per un fan degli Armored Saint, questo è un disco da cui non si può prescindere.

Line Up:
John Bush, Vocals
Dave Prichard, Guitars
Phil Sandoval, Guitars
Joey Vera, Bass
Gonzo, Drums

Track List:
Long Before I Die
Nervous Man
Over The Edge
The Laugh
Conqueror
For The Sake
Aftermath
In The Hole
You’re Never Alone
Released

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