Recensione: Demoniac Flagellations

Di Matteo Bovio - 1 Marzo 2005 - 0:00
Demoniac Flagellations
Band: Anal Vomit
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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65

“Anal Vomit is a morbid and barbarich South American Terrorist Death Metal band, procreated in early ’92 during a night full of alcohol and lust, in the chaotic streets of Lima, Perù”

Questo stralcio di biografia, l’artwork e qualche foto dei membri del gruppo sarebbero più che sufficienti per dare un’idea di quello che abbiamo tra le mani, a patto di avere una certa conoscenza della vecchia scena sud-americana. Messo in disparte tutto quel che gli anni ’90 hanno aggiunto alla vecchia lezione di Sarcofago, primi Sepultura e simili, gli Anal Vomit si collocano tra i portavoce del primordiale suono di una delle scene più estreme di sempre. Superfluo parlare di “purezza sonora” o “intransigenza attitudinale”, elementi che sono nel Dna stesso del gruppo, corredati ovviamente da una sequenza di clichè che non vengono meno nè nell’artwork, nè nei testi, nè, ovviamente, nella musica.

Giunti al full-lenght dopo una lunga gavetta, ci propongono un Black / Death abbastanza veloce, con pochi rallentamenti, un riffing essenziale e un suono particolarmente tagliente. Nella loro semplicità, gli Anal Vomit richiamano molto bene il feeling di un album dei primi ’90, e costruiscono la propria identità su questo ricercato anacronismo. Dal cantato esasperato di Possessor alle ritmiche sporche di Destructor, tutto sembra voler costringere strettamente il gruppo nei parametri di quella vecchia miscela di Black, Death e minimalissimo Thrash, senza lasciare il minimo spazio ad aperture verso sonorità più moderne. Un’arma a doppio taglio, che come tale si è comportata.

Da un lato abbiamo infatti degli episodi molto buoni: penso a “Sendero Siniestro” (con un pizzico di perversione in più che mi ha ricordato, non so perchè, gli Arkhon Infaustus), “Signo De La Bestia” (senza dubbio una delle tracce più violente) e “Kingdom Of The Cruelty II” (con degli spunti di derivazione Thrash molto buoni, e una struttura ben pensata). Ma dando uno sguardo d’insieme emergono chiaramente dei punti deboli che pesano fin dai primi ascolti. Ad esempio certe ingenuità sul riffing, troppo ancorato ai clichè e troppo minimale per non cadere in un evidente “già sentito”. Dal lavoro di due chitarre mi sarei aspettato qualche azzardo in più, che non avrebbe storpiato il suono e avrebbe evitato che certe canzoni suonassero come una mera ripetizione di standard più volte sentiti.

Questa mancanza di freschezza permea l’intero cd e, pur venendo compensata in parte da quanto di positivo ho già ricordato, pesa non poco nel dover esprimere un giudizio quanto possibile imparziale. Seguendo il mio gusto personale sarei stato sicuramente più largo di manica, soprattutto per quanto riguarda la resa sonora, dal feeling molto nostalgico (il suono di batteria in particolare mi fa impazzire). Ma in generale considero Demoniac Flagellations un album adatto solo ad estremisti senza particolari pretese e ad amanti del suono più volte citato. Sempre ricordando che da un gruppo con questo spirito combattivo ed incontaminato ci si può aspettare nel futuro grandissime cose. Alla prossima dunque.
Matteo Bovio

Tracklist
01. Intro
02. Sendero Siniestro
03. Temptation And Pleasure
04. Total Sacrilegious
05. Seed Of Evil
06. Signo De La Bestia
07. Kingdom Of The Cruelty II
08. Bestial Masacre
09. Camara De Torturas
10. Tales Of Sorcery

Cd bonus track – Antichrist (Sepultura cover)
Lp bonus track – Troops Of Doom (Sepultura cover)

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