Recensione: Depicting The Macabre

Di Daniele D'Adamo - 15 Ottobre 2010 - 0:00
Depicting The Macabre
Band: Warfect
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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70

È il 2003 quando, in Svezia, nascono i Warfect; poi cresciuti, per poco però, con un altro moniker. Dopo la classica trafila consistente nella pubblicazione dei demo CD (“Beyond Control”, 2006 e “In Command”, 2007), nel novembre dello scorso anno riescono a realizzare, con la My Kingdom Music, il debut album “Depicting The Macabre”.

Un’ulteriore dimostrazione, questo platter – semmai ce ne fosse stato ancora bisogno – , che dal paese scandinavo si esporta solo materiale di altissima qualità. Dall’AOR al death più devastante, tutti i generi metal sono coperti in modo egregio. Compreso il thrash, terreno di battaglia del quintetto proveniente da Uddevalla.

Se le terre scandinave sono state e sono ancora (in parte) la patria indiscussa del black, e hanno originato generi dal successo globale, come il melodic death; leggendo la Storia si percepisce che, invece, il thrash – negli anni della gestazione, del parto, dei primi passi nel Mondo e dell’adolescenza – è sempre stato ai margini delle terre sedute sul Circolo Polare Artico. Bay Area e Germania, difatti, in questo specifico settore l’hanno sempre fatta da padroni; lasciando agli altri solo le briciole. Malgrado questa mancanza di tradizione nel campo specifico, invece, l’evidente predisposizione genetica dei discendenti di Erik il Rosso per qualsiasi forma derivante dal rock (e non solo) ha consentito alle varie thrash band di cimentarsi con successo anche in quello che, fra tutti, teoricamente, doveva essere il genere potenzialmente meno vincente, fra tutti gli altri.

Certo, impossibile per definizione anzi per dogma, che si possa reiterare quanto fatto da geni come Metallica, Testament, Anthrax, Exodus, Sodom, Destruction e Kreator. Sia per quanto riguarda lo stile, sia per quanto concerne il songwriting. Nonostante un passato/presente così ingombrante, i Nostri non si fanno intimidire da cotanta progenie, e quindi – molto serenamente – mettono giù dieci canzoni di thrash dalla forma moderna dei giorni nostri, plasmata su una solida, tradizionale anima fondatrice.

Il groove dei Warfect rappresenta il giusto compromesso fra la volontà di guardare in avanti e l’irresistibile impulso di girarsi all’indietro. Quindi, guitarwork perfetto nel macinare tonnellate di riff suonati impeccabilmente con la tecnica del palm-muting; sezione ritmica classica come sviluppo dei pattern, ma ben attenta a variare i tempi (dagli slow-tempo ai rapidissimi 4/4) onde evitare certe eccessive semplificazioni che venivano eseguite nel passato, con ciò tentando una sincronizzazione con il terzo millennio. Cantato aggressivo ma non troppo, assestato su uno screaming asciutto che, punto a favore, consente di discernere le parole, modulandole secondo la base musicale.

Qualche tentativo di sganciarsi dai soliti cliché c’è: gli intarsi arabeggianti della lead guitar in “Depicting The Macabre”, canzone, peraltro, dai riff scritti apposta per il pit; l’orchestrazione – desueta per thrash – che riempie gli spazi vuoti nella semi-ballad “Never To Return” (unico passaggio dove aleggia l’ectplasma di James Hetfield). Per il resto, i brani si susseguono senza particolari sussulti, senza particolari sorprese; assestandosi tutti su discreto un livello artistico/compositivo segno, se non altro, della raggiunta maturità artistica dei ragazzi nordeuropei, in grado di suonare avendo in testa le idee chiare su come debba essere tratteggiata definitivamente la precisa personalità che lega le canzoni.

Non ci sono brani esplosivi che possano rendere memorabile “Depicting The Macabre”. Questa lacuna, derivante dall’assenza del quid pluris compositivo, è in parte compensata dalla preparazione tecnica dei Warfect, dalla loro conseguente efficacia, dalla loro continuità stilistica e dalla loro tranquillità nello sciorinare con potenza da vendere il loro thrash raffinato e … colto.

Se a un thrasher dovesse passare fra le mani il disco in questione, credo farebbe bene a inglobarlo nella sua collezione: passerà molte volte nel suo lettore (via PC, via mp3, ecc.) senza stancare le meningi; facendo battere il tempo alle gambe in più di un’occasione.

Togliamocelo dalla testa: anche nel thrash, la Svezia non toppa!

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Creation 3:38    
2. Heathen Reigns 4:19    
3. Depicting The Macabre 3:39    
4. Symbol Of Submission 3:32    
5. I Factor 4:00    
6. Supervised Life 3:56    
7. Never To Return 4:45    
8. Harvest Of Trinity 3:42    
9. Truth Untold 3:34    
10. Atrocity 5:13

Line-up:
Fredrik Wester – Vocals, Lead Guitar
Hakan Karlsson – Rhythm Guitar, Backing Vocals
Kristian Martinsson – Bass, Backing Vocals
Mattias Kern – Drums
 

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