Recensione: Der Wald Stinkt

Di Matteo Bovio - 29 Novembre 2004 - 0:00
Der Wald Stinkt
Band: Masseporz
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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73

La prima cosa che ho pensato è stata «ma vaffanculo Porz, adesso come lo recensisco ‘sto coso?»… scurrilità a parte, avete idea di cosa voglia dire avere in mano il promo dei Masseporz e sapere di doverne parlare in maniera seria (si presuppone)? Si può scegliere un approccio in linea con lo spirito del demo, e allora tutto vien fuori fuorchè una recensione; si può scegliere la via dell’impassibilità, ma allora lo si mutila; si opta dunque per un approccio tra le due. E la cosa divertente è notare come in qualunque caso ci si senta sempre e comunque presi per il culo… geniale…

Geniale perchè è una presa per il culo fatta con stile in una scena, quella Metal, dove lo stile spesso scarseggia anche per le cose serie. Non pensate a dei buffoni da circo che nascondono l’inettitudine dietro ad acrobazie da pagliacci; sareste fuori strada. Der Wald Stinkt è un prodotto musicale, e musicalmente è ancorato al Black Metal in maniera encomiabile. E l’attitudine? Viene presa, rovesciata, derisa e cortesemente risputata al mittente. Mancanza di rispetto? No, critica dissacratoria che contiene del vero e dell’ironico, ma che per essere letta e accettata va colta nel giusto verso. Innanzitutto, ovviamente, ascoltando il gruppo: e una mano, in tal senso, ce la dà il buonissimo livello musicale delle canzoni.

Dunque eccoci a far fronte anche alla qualità delle tracce proposte, a partire da “La Foresta Puzza“, che, se avrete l’intelligenza di andare oltre al titolo, vi regalerà le armonizzazioni di chitarra più angoscianti e decadenti dell’intero lavoro. Tempi di batteria in equilibrio tra il veloce e il contenuto, e un sound rigorosamente gelido, contribuiscono a dare un tocco molto atmosferico tutte le composizioni, lavorando in perfetta sinergia col song-writing di Helkor. Talvolta le canzoni assumono toni parzialmente più violenti (“Tears Of Blood“), altre più classici (“(W)ubermensch“): in ogni caso la continuità tra i vari episodi è perfetta, e si può parlare di una sorta di “concept atmosferico” che crea un piacevole contrasto con la varietà e, in un certo senso, l’assurdità del “concept lirico”.

I testi sono solo goliardici? No, c’è dell’altro. Vi invito a riprendere la già citata “La Foresta Puzza” per rendervi conto di come contenga più intelligenza di molti, moltissimi testi che hanno pretese di serietà. Il discorso lirico contenuto in Der Wald Stinkt è qualcosa di assurdo e curioso, da considerare nella giusta prospettiva: bisogna saper entrare nell’ottica dissacrante nel gruppo, saper non prendere le cose nè troppo sul serio nè con puro spirito pagliaccesco. Anche perchè questo, più che un demo, potrebbe quasi esser considerato un vero e proprio album; sia per la cura della realizzazione, sia per la completezza dei contenuti.

I Masseporz, alla luce di quanto detto, si possono solo amare o odiare? No, tenete lontano questi pregiudizi da bar, e fatevi il piacere di prenderli in considerazione.
Matteo Bovio

Tracklist
1. Così parlò Zarathustra
2. Tears of blood
3. [W]übermensch
4. Intermezzo
5. La foresta puzza
6. L’inferno per me
7. Io sono l’Anticristo (Diamanda Galas cover)

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