Recensione: Detaching From Satan [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 3 Marzo 2010 - 0:00
Detaching From Satan [Reissue]
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Anno: 2010
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80

Dopo il giorno viene la notte; il giorno dell’uomo passerà, ed Essi regneranno dove regnavano un tempo. Come un’abominazione voi li conoscerete, e la loro malvagità contaminerà la Terra” (Dal Necromicon di Abdul Alazhred).

Dopo la lunga pausa seguita alla mancata pubblicazione di Evil Metal, dovuta a cause tuttora misteriose, Paul Chain, mente ispiratrice del progetto Death SS, ha deciso di dare una svolta, o meglio, di girare una pagina fatale nella travagliata vita del gruppo di Pesaro. Paul Chain Violet Theatre è il risultato di una profonda meditazione sul senso e lo scopo di oltre sette anni di Death SS, che ha portato Chain ad un risoluto distacco, come il titolo precisa, dalla precedente identificazione con il Satanismo e la Magia Nera, non rinunciando tuttavia alla esplorazione di un mondo occulto, misterioso e inquietante di cui la Morte, forse, ne rappresenta la Chiave…

Paul Chain Violet Theatre è ora una sorta di “collettivo musicale” gravitante attorno al poliedrico Chain che per ora ci mostra due facce diverse: la prima formazione comprende tutti gli ex membri dei Death SS e propone, accanto ai vecchi brani dell’Evil Metal (vedi Rockerilla n. 40), nuove composizioni molto più ampie ed elaborate, che travalicano senza dubbio i confini HM. L’altra formazione la ritroviamo in questo EP, uscito per la Minotauro di Pavia, in cui, oltre a Paul Chain alle chitarre, organo e voce, appaiono Eric Lümen, ex batterista dei Revenge e Paul Dark, nuovo, promettente bassista.   È stato definito “il gruppo più dark del mondo” e in effetti, al di là delle facili etichette, è difficile immaginare una band che riesca a produrre qualcosa di più orrorosamente tetro ed evocativo. Provate ad ascoltare l’intro allucinata di Occultism per averne prova, oppure il vibrante organo da chiesa di 17 Day, piece maestosamente cadenzata tanto da far impallidire Trouble e C…

L’alternanza di brani veloci e potenti come Armageddon ad altri dalle tenebrose cadenze, come Occultism e Voyage To Hell mostrano, ancora una volta, la perversa genialità di Chain nel confezionare un’incisione, unica nel suo genere, destinata a raggiungere un pubblico molto vasto.   Un autentico gioiello Dark made in Italy che ha molto da insegnare anche all’estero. Dopo avere ascoltato questo disco, nella vostra stanza, guardatevi bene attorno… potreste scoprire, con raccapriccio, di non essere più soli…  

Questo il testo rigorosamente originale della recensione scritta dal decano Adriano Bosone e apparsa sulla rivista  Rockerilla numero 53 del gennaio 1985: un pezzo di storia a suggellare una pietra miliare dell’Italian Way Of Metal anni Ottanta come il famoso disco dalla copertina bianca a foggia di lapide tombale che meritava si essere riscoperto, esattamente come lo scritto di cui sopra. 

Anno 2010. La Markuee, ossia la nuova incarnazione della mitica e gloriosa Minotauro Records, fa uscire per la prima volta in assoluto – con una tiratura degna – sul mercato mondiale Detaching From Satan in versione Cd, con tanto di storico monicker “taurino” sul retro, come nel 1984, anno della Sua nascita. La confezione vanta un involucro cartonato esterno che conferisce ulteriore sontuosità a una reissue del genere. Oltre alla riproposizione dell’artwork dell’epoca – che fa ancora venire i brividi, a partire dal logo stampato sul dorso del Cd, “orrendamente” fanciullesco – l’esordio solista di Paul Chain è arricchito da due “hidden bonus track”.

 La prima, Pentagon Society, del 1984, oltre al mastermid sopramenzionato, vede Claud Galley al basso e Thomas Hand Chaste alla batteria. Si tratta di oltre trenta minuti di musica liquida, funerea ma non troppo, dove il gemito lontano di Chain ammanta di grigio una composizione figlia diretta degli anni Settanta, proprio laddove ci si poteva permettere certi tempi dilatati, oggi divenuti, mediamente, delle chimere.

La seconda e ultima bonus track, che chiude il disco, si intitola Vivid Eyes In The Dark e annovera la line-up “classica” del disco: Chain, Eric Lümen alla batteria e Paul Dark al basso. La durata si aggira “solo” intorno ai diciotto minuti ma è il taglio malvagio a caratterizzarne la valenza. I lamenti di Paul paiono sgorgare dall’oltretomba, accompagnati dal suono mefitico della Sua chitarra: marcio e distorto da brivido. Come per tutto il disco, il linguaggio utilizzato da Paul Chain non esiste, è fonetico puro.

Chicca fra le chicche dell’uscita targata Minotauro/Marquee l’epitaffio di Paul Chain rispetto all’avventura Death SS, da lui stesso spiegato e scritto di proprio pugno in stampatello, proprio come uscì a suo tempo nella versione vinilica di Detaching From Satan e qui riportato nelle due pagine interne del booklet. All’incirca quindici anni fa Chain effettuò nel Suo studio il remaster in digitale dell’Ep direttamente dai master analogici originali e vi fu la prima stampa in Cd di Detaching From Satan, a tiratura limitata. L’odierna versione della Markuee, in riferimento ai primi quattro brani e a livello di suoni, è esattamente la stessa di tre lustri fa. 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti     
 
 

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Tracklist:
1. Occultism  
2. Voyage to Hell  
3. Armageddon  
4. 17 Day  

Hidden bonus track:

5. Pentagon Society
6. Vivid Eyes In The Dark
 

Line-up:
Paul Chain – lead vocals, guitar, bass in 17 Day, organ, chorus
Paul Dark – bass, organ in Occultism
Eric Lümen – drums, chorus
Gilas – lead and backing vocals in 17 Day
 

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