Recensione: Dimlight

Di Mario Munaretto - 4 Marzo 2005 - 0:00
Dimlight
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Genere:
Anno: 2005
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80

I Sidus Tenebrarum vengono da Pordenone e vengono formati nel 2000 su iniziativa del chitarrista Santa e del batterista Belloz. Nel 2002 esce un primo demo, costituito da tre pezzi e intitolato omonimamente Sidus Tenebrarum, e finalmente nel 2003 la band si assesta nella line-up attuale, completata da Dezo al basso e da Giulio alla voce. Dopo diverse esperienze live il gruppo decide di registrare un nuovo demo. Nel giugno 2004, presso il Blue Trains Studio di Mira, in provincia di Venezia, vede la luce la nuova opera dei friulani dal titolo Dimlight, che esce all’inizio del 2005.

Inizio subito con il dire che più che un demo, Dimlight si presenta come un vero e proprio minicd autoprodotto, con artwork e booklet minimali ma curati. Il demo è composto da quattro tracce di un robusto black/thrash metal per un totale di ventitre minuti. Diciamo anche che la componente thrash metal si fa parecchio sentire, denotando nel sound della band delle forti influenze provenienti direttamente dal primo periodo del trio teutonico Kreator, Sodom e Destruction, quello per intenderci in cui le band tedesche debuttarono con piccole gemme grezze quali Sentence of Death o In the Sign of Evil. Ma i Sidus Tenebrarum non ripropongono i sopraccitati stilemi in maniera pedissequea, al contrario i quattro ragazzi friulani sono molto bravi a innestare loro influenze thrash su una struttura black metal essenzialmente di matrice svedese, grazie a una buona tecnica e a un songwriting comunque originale, il tutto poi egregiamente prodotto.

Il primo pezzo Last Vision of a Dying World proietta in faccia all’ascoltatore tutto la potenza del suo impatto: il massiccio riff iniziale da il via alla violenta sfuriata di Belloz dietro le pelli, e introduce il brano, che presenta una struttura complessa e varia, articolata tra mid-tempo e progressioni devastanti. La successiva Crusade mantiene alta la tensione anche se viaggia su dei tempi più rallentati rispetto all’opener, mettendo in risalto lo scream del singer Giulio e il fine lavoro di riffing di Santa, che nella prima parte della canzone accenna brevemente un solo di chitarra, impeccabile è l’apporto della sezione ritmica.

L’attacco di Book of Sorrow, il terzo pezzo del demo, mi ha ricordato tantissimo la galoppata di Total Desaster dei Destruction, anche se poi il brano prende delle coordinate molto diverse, mantenendo un tiro oltremodo sostenuto. Dimlight è chiuso dalla lunga Black Light of my Sun, altro brano che mostra senza ombra di dubbio come le capacità di songwriting dei Sidus Tenebrarum siano a un buon livello. Sempre su questa canzone è da segnalare il notevole lavoro, a base di riff poderosi, fatto dal chitarrista Santa.

Sono rimasto piacevolmente sorpreso dai Sidus Tenebrarum e dalla loro musica, di cui consiglio vivamente l’ascolto. Sarebbe interessante poi vedere il gruppo alla prova con un eventuale full-length, per capire se sulla lunga distanza la band riesca a mantenere questa freschezza di idee unita alla forza dirompente mostrata in questa sede.

Tracklist:

01. Last Vision of a Dying World
02. Crusade
03. Book of Sorrow
04. Black Light of my Sun

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Genere:
Anno: 2005
80