Recensione: Discrimen

Di Alessandro Cuoghi - 7 Novembre 2009 - 0:00
Discrimen
Band: Eptagon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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64

Black Metal duro e crudo, senza fronzoli, sperimentalismi o personalizzazioni azzardate.
Questo EP dei piemontesi Eptagon, freschi di contratto sotto la Evil Cemetery Records, si presenta in tutta la sua onesta staticità stilistica.
Nonostante l’esigua durata del lavoro, è proprio questo tipo di linearità compositiva a consentire un’analisi dettagliata del sound della band, che necessita comunque di una buona dose di ascolti per essere interpretato correttamente.

Una considerazione importante: ci troviamo di fronte all’ennesimo parto della brulicante scena Black Metal underground italiana: crogiolo tanto di grandi talenti, quanto di mediocri gruppi fotocopia.
Gli Eptagon, da questo punto di vista, ci consegnano un disco sincero, improntato sul quasi monacale rispetto degli standard tipici del Black Metal puro, a cui viene accostata una seppur lieve dose di melodia e qualche variazione dal sapore lontanamente Death Metal. Risulta ora spiacevole constatare come in definitiva manchi quasi del tutto una cosa fondamentale: quella parte personale del sound, distintiva e caratterizzante, che ha consentito alle grandi band di differenziarsi dalla massa, emergendo dalla melma nonostante qualità tecniche magari non eccelse, una produzione da cantina ed un’attitudine decisamente anti-commerciale.

Il problema di fondo di Discrimen, infatti, è che sa di già sentito e sebbene la personalità compositiva non sia del tutto assente, è piuttosto difficile da scovare.
Nonostante questo i nostri si difendono discretamente bene, dimostrando di muoversi con disinvoltura nel proprio habitat e riuscendo a dar vita ad un disco che scorre senza troppi intoppi. Non mancano inoltre episodi di buona qualità, tra cui gli sprazzi di originalità che crepitano nell’altalenante incipit della title track, l’angoscia violenta sprigionata da “Terra Silente” o il feeling oscuro di “Sursum Miliarium”. Tutti buoni esempi di un amore profondo per il sound seminale, grezzo e marcio che ha caratterizzato i grandi act del passato.
Una nota di merito va inoltre al cantato in italiano, già utilizzato da alcuni tra i migliori act del panorama nazionale, che non smette mai di affascinare e garantisce alle lyrics una ritmicità tipica, impossibile da riproporre tramite l’utilizzo di altri idiomi.
Una produzione piuttosto grezza infine riesce a conferire a questo Discrimen il giusto taglio stilistico, ma alla lunga si dimostra un’arma a doppio taglio in quanto non riesce nell’intento di valorizzare le parti più aggressive.

Tirando le somme, questo disco risulta riservato ad un pubblico bramoso di Black Metal canonico e puro. Credo però che alla luce di quanto sentito la band possa certamente spingersi oltre. Basterebbe infatti una dose di originalità in più a garantire un rilievo sicuramente maggiore al loro lavoro, frutto di profonda passione e dedizione alla causa.
Termino questa recensione con l’augurio per gli Eptagon di riuscire a trovare un proprio sound e sfornare un disco che si distingua e si faccia ricordare, perchè l’impegno e soprattutto la passione non mancano.

Alessandro Cuoghi

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TRACKLIST:

01. Intro
02. Terra Silente
03. Il Fuoco DI Vesta
04. Ares Ares
05. Discrimen
06. Sursum Miliarium
07. Outro

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