Recensione: Disintegrate

Di Stefano Risso - 20 Maggio 2006 - 0:00
Disintegrate
Band: Zyklon
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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90

Guardare al futuro tenendo i piedi ben saldi al passato, raccogliere diverse
influenze per creare qualcosa distinguibile dalla massa, rivoltare come un
guanto l’intero metal estremo senza perdere identità, anzi assumere questa
caratteristica come segno distintivo del proprio modo di esprimersi. Gli Zyklon
del 2006 sono una band perfettamente oliata pronta a svettare
sull’agguerritissima concorrenza con un disco estremamente vario, che segue il
percorso concluso con il precedente
Aeon
, andando a potenziare quello che di
buono vi era in quell’album limando con grande cura un sound che è diventato obiettivamente
ineccepibile.

Disintegrate non è il classico album schiacciasassi che si mostra subito per
quello che è -come il titolo fa supporre- ma è un percorso che svela
progressivamente i suoi volti, ci accompagna attraverso una visione decadente
della realtà con un linguaggio fatto di visioni apocalittiche e surreali. Agli
Zyklon servono solo i colori primari per dar vita alle complesse trame di
Disintegrate, una semplicità di base che come tutte le grandi opere rivela uno
studio attentissimo in ogni particolare. Perché se ad un ascolto approssimativo
del disco può sembrare un buon lavoro ma niente più, Disintegrate registra un
perfetto bilanciamento di ogni sua parte, dove i numerosissimi colpi di classe
sono posti in funzione dei brani, creando un concerto di immagini e sensazioni
annichilenti, regalandoci il profilo di una band che ha raggiunto una sorta di
quadratura del cerchio: riuscire ad imprigionare in brani volutamente rinchiusi
entro la “forma canzone” passaggi disparati dal death metal più brutale, al
feeling thrash più corrosivo, raggelandoci con tocchi di tastiere e lame black
metal, senza che ognuna di queste parti sovrasti le altre.

Un sound che, sulla scia di Aeon, diventa ancora più compatto ed ermetico,
dove le sperimentazioni di
World Ov Worms
sono un lontano ricordo. Un ritorno a
suonare metal nella forma più pura del termine, relegando gli inserti
elettronici solamente alla conclusiva Skinned and Endangered. Se da un lato
questo potrebbe far pensare ad un accomodamento dei nostri rimasti fermi alla
release precedente, dall’altro gli Zyklon spazzano via qualsiasi dubbio con un
lotto di canzoni di fattura superiore, sfornando un disco intensissimo ed
entusiasmante. Nessun
filler, nessun calo di tono, nessun brano “debole”, un unico blocco di metal
estremo suonato e composto alla perfezione. Canzoni che si sposano benissimo con
le illustrazioni del booklet, incentrate (insieme ai testi curati ancora una
volta da Bård “Faust” Eithun) su una visione pessimistica del progresso e della
condizione umana. Chiudendo gli occhi sembra proprio di trovarsi persi in un
oceano senza fine, solcato da inquietanti e inutili altoparlanti -simbolo di una
tecnologia esasperata e ormai improduttiva-, quando Secthdaemon (semplicemente
fantastica la sua prova vocale) urla al cielo plumbeo e minaccioso “…Cold
Grave!…”
, chiudendo  la canzone con un un verso esemplificativo di quello che l’album vuole
esprimere:“Hell, this is when we’ll be fucked”. Violenza tenuta a bada con riff
squadrati ed inesorabili lasciata esplodere improvvisamente (la title-track Disintegrate), sfuriate black affiancate da un’aurea acida e futuristica in
Ways
of the World
,  brutalità scagliata alla massima velocità dal drumming
impressionante di Trym in Vile Ritual e in Vulture ad esempio. Per non parlare
poi della coppia di chitarre guidate da Samoth e Destructhor, il primo a
sorreggere le songs con ritmiche instancabili, pachidermiche e variegate,
tenendo sempre alta la tensione -ascoltate un po’ Underdog e Wrenched-, il secondo a
condire il tutto con solos di grande fattura e dal gusto melodico spiccato
(bellissimi i passaggi presenti in In Hindsight e in A Cold Grave, fra gli
altri).

A mio avviso il miglior album mai partorito dagli Zyklon, che fino ad ora
erano saliti alla ribalta non solo per la buonissima musica espressa, ma
soprattutto per il glorioso e incombente passato di alcuni suoi componenti. Quel
passato non si cancella di certo, ma con Disintegrate gli Zyklon hanno posto la
propria firma nell’empireo delle migliori band della scena mondiale, riuscendo a
concepire un album che finalmente dovrebbe far ricondurre i nostri come gli autori
di un grandissimo disco quale è Disintegrate, piuttosto che a musicisti sempre in
competizione coi progetti precedenti. Sinceramente non riesco a trovare un
difetto, e non vedo il motivo per cui ci si debba sforzare per trovarlo.
Produzione perfetta, testi interessanti, artwork molto curato, cover che ha avuto
la benedizione del guru Stephen O’Malley (Sunn O))), Khanate ecc…), ma soprattutto tanta ottima musica che
vi terrà compagnia per moltissimo tempo. Di diritto fra i primi dischi
dell’anno.

Stefano Risso

Tracklist:

  1. In Hindsight
  2. Disintegrate
  3. Ways of the World
  4. Subversive Faith
  5. Cold Grave
  6. Vile Ritual
  7. Underdog
  8. Wrenched
  9. Vulture
  10. Skinned and Endangered

 

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