Recensione: Don’t Forget The Roll

Di Marcello Catozzi - 19 Giugno 2012 - 0:00
Don’t Forget The Roll
Band: On-Off
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

E’ stato finalmente partorito, dopo due anni e mezzo di attesa, il secondogenito della famiglia On-Off, la giovane formazione lombarda assurta, inizialmente, agli onori delle cronache come “AC-DC tribute band”.
Uscita allo scoperto con il primo album dal titolo “Ribcrasher”, è tornata di nuovo alla carica con questo “Don’t forget the Roll”.

Bando agli indugi, avviamo il lettore impaziente di diffondere i vagiti del neonato!
Dalle prime note di “Anothe Bone To Suck” si comprende subito che il discorso iniziato con “Ribcrasher” non si è interrotto: gli On-Off ci riportano in sella per una nuova cavalcata R’n’R, semplice e lineare così com’era stato nel loro primo lavoro.
“That’s What I Call Rock And Roll” è un altro “ritorno alle origini” in puro stile AC-DC del primo periodo, più lento e ritmato rispetto alla precedente traccia, nonché piuttosto essenziale nei suoi contenuti. Un ulteriore, simpatico e ossequioso omaggio agli indimenticati alfieri dell’Hard Rock d’Oltreoceano.
Basso, chitarra e batteria tracciano la trama di “Catch The Bunny”, che si snoda con agilità attraverso illustri citazioni dei Grandi del passato, tanto da restare in mente anche grazie all’immediatezza del motivo trainante.

“Money Makes Money” è un brano simpatico, che sprizza energia dall’inizio alla fine, con un ritornello ossessivo sorretto dai cori e un assolo centrale di “angusiana” memoria.
“Turn Off My Brain Control” si allinea alle altre song per le sue connotazioni “old shool” e per quella tipica impostazione che la rende fluida e liscia come l’olio, di facile ascolto.
“On The Railroad” esordisce con un malizioso riff in apertura, seguito dagli altri strumenti in crescendo: un pezzo spumeggiante e “bluesy”, che ricorda un po’ i primi AC-DC, con una strofa accattivante che ricorre per tutta la canzone, assecondata da schitarrate di spiccata presenza e personalità.
“Don’t Put Your Finger (In Every Hole You Find)” si pone come un momento cadenzato, orecchiabile e piacevole, dal sound sempre tipico e ammiccante.

“She Drank All My Booze” è aperta da un riff che acquista sempre più solidità nel corso dell’esecuzione. Dotata di buon groove, la song procede nel segno della semplicità e della spensieratezza, pienamente in linea con il prodotto On-Off.
In “Let’s Play The Fools” batteria e chitarra scattano ai blocchi di partenza, incalzate dagli altri strumenti e scandite da un riff martellante che scandisce il tempo lungo tutto il percorso, come leit-motiv che conferisce sprint, vigore e continuità. Nel mezzo, un sapiente rallentamento che fa da preludio a uno scatenato assolo chitarristico di ispirazione classica.
“Every Stone Got To Roll Someday” è una traccia dal sapore “street”, bene impostata e amalgamata, contraddistinta da un assolo centrale di grande spessore ed espressione.
“The Last On The List”, introdotta da un riff assai orecchiabile, si disimpegna con facilità e leggerezza, grazie soprattutto alla familiarità del sound e della melodia.

Siamo giunti alla fine dell’ascolto di questo atteso secondogenito, che porta con orgoglio il cognome On-Off. La prima sensazione che si avverte è di una omogeneità forse troppo accentuata delle undici tracce, rispetto a “Ribcrasher” che, invece, risultava un po’ più differenziato e variegato nei colori. In ogni caso il disco risulta ben costruito e curato nella sua produzione, e ne traspare – come nel primo album – l’entusiasmo e la spensieratezza della band, che dal vivo assume una maggiore consistenza e immediatezza.
Va sottolineato, peraltro, che la “creatura” è venuta alla luce in un contesto spazio/temporale dove non risulta impresa facile dire o proporre nuove idee, nuovi prodotti. Il quartetto lombardo, avventuratosi in un territorio musicale dove ormai tutto è stato detto e scritto, ha comunque il coraggio e la coerenza di uscire nuovamente allo scoperto sfoderando le sue armi, che si chiamano: spontaneità, semplicità e linearità delle melodie, come del resto abbiamo già avuto modo di sottolineare in occasione della nascita del primogenito.

Non ci resta che augurare alla band le migliori fortune, in nome del vecchio sano (e sempre vivo) Rock. e… Don’t forget the Roll…!

Nota a margine: il disco è stato prodotto da On-Off e Paolo Dal Broi, con la collaborazione di Giorgio Andreoli. Le registrazioni sono avvenute presso lo Studio On-Off’s from the Basement e Giorgio Andreoli’s Arecibo Studio di Busto Arsizio.

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Line Up:

– Matteo Vago    vocals – guitar
– Fabio Lazzarin    bass
– Davide Battistella    guitar
– Alex Motta    drums

Tracklist:

01.    Anothe Bone To Suck
02.    That’s What I Call Rock And Roll
03.    Catch The Bunny
04.    Money Makes Money
05.    Turn Off My Brain Control
06.    On The Railroad
07.    Don’t Put Your Finger (In Every Hole You Find)
08.    She Drank All My Booze
09.    Let’s Play The Fools
10.    Every Stone Got To Roll Someday
11.    The Last On The List

 

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