Recensione: Doomsday for the Deceiver

Di Nicola Furlan - 26 Luglio 2007 - 0:00
Doomsday for the Deceiver
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Genere:
Anno: 1986
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87

Inossidabile. Non c’è parola migliore per avvicinarsi alla critica di Doomsday for the Deceiver, platter forgiato dagli incandescenti tizzoni dei due ustionanti demo prodotti dal quintetto di Phoenix un anno prima.

Parliamo di essenziale Bay Area style, non ci sono dubbi, ma le particolarità che rendono il lavoro unico ed indistinguibile sono anche altre. Una di queste è la facilità con cui il combo affronta un periodo che proponeva sul mercato masterpiece del calibro di Reign in Blood, Master of Puppets o Among the Living. L’atteggiamento è stato quello di trovare un compromesso senza forzare i tempi. Se i grandi maestri avevano già essenzializzato il thrash Bay Area, i Flotsam & Jetsam senza fretta hanno sviluppato un loro sound dalle residue inerzie delle correnti più speed metal. Risultato? Un disco di importante personalità e struttura.

Temprate strutture heavy metal sono fuse alla granitica e martellante spinta thrash dei comparti ritmici. Si viene a determinare una lega sonora densa, potente e nel contempo dotata d’un taglio esecutivo tirato ed avvolgente.
Dettagli percepibili fin dai primi ascolti dai quali è possibile cogliere le diverse sfumature rispetto al trend generale adottato dalla massa underground. Un songwriting corposo, assoli di qualità elevata, passaggi accelerati e frustate hardcore sono punti fissi ed essenziali dell’atteggiamento sfrontato qui esibito.
Ciò che ne esce è un’equilibrata mescolanza di thrash e speed metal che costituisce, dato l’anno di uscita, un potenziale artistico ricco e competitivo.

Il full-length è ricco di bagliori thrash che ricordano gli esordi dei Metallica (per la componente thrash) e quelli degli Anthrax (per quella speed).
Metal Shock e She Took An Axe sono forse le proposte più riuscite. Partenze ed intro che trovano stabilità per mezzo di strutture heavy rinforzate di Bay Area. Un thrash metal tecnicamente ben strutturato, senza un attimo di pausa, come pochi per il tempo. Il tutto poggia infine su un incalzante ed invitante reticolo di melodici arrangiamenti davvero ben incastrati e che non cadono mai nel già sentito.

Un disco coerente, ispirato al puro, senza significative contaminazioni se non le ordinarie infusioni di quelli che sono stati gli ingredienti magici ed esplosivi delle tipiche pozioni della scena thrash americana dei primi anni Ottanta.
Un disco verace, potente e ricco di personalità. Cardine ed elemento portante del passaggio dalle correnti speed metal a quelle Bay Area. Un’icona che ancor oggi contribuisce a mantenere stabile e splendido quel massiccio e incontrastabile momento storico.

Nicola “nik76” Furlan

Tracklist:
01 Hammerhead
02 Iron Tears
03 Desecrator
04 Fade to Black
05 Doomsday for the Deceiver
06 Metalshock
07 She Took an Axe
08 U.L.S.W.
09 Der Führer
10 Flotzilla

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