Recensione: Downtown Journey Of A Heart

Di Mauro Gelsomini - 19 Luglio 2006 - 0:00
Downtown Journey Of A Heart
Band: John Waite
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Anno: 2006
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65

Conosciuto ai più come il singer dei Bad English, John Waite vanta anche una carriera solista di grande prestigio che annovera una vera e propria perla dell’AOR di sempre: quell’abbagliante debut dall’ambizioso titolo – “Ignition” – del 1982, non in grado, purtroppo, di alimentare un seguito altrettanto scoppiettante.
Ci furono tuttavia gli immancabili fuochi di paglia, grandiose song divenute radio hit ma isolate nel complesso dell’album, che tennero costantemente accesa la stella del cantautore di Lancaster.

Il nuovo album, dal magniloquente titolo che suggerisce tutta l’introspezione che caratterizza spesso i lavori solisti di personaggi legati all’ambiente AOR, rievoca i fasti del passato raccogliendo in parte le vecchie glorie, riarrangiandole nella maniera più semplice possibile perché siano presentabili dal vivo con la massima fedeltà, e le mescola sapientemente con alcuni inediti di tutto rispetto, per un risultato finale decisamente accattivante.

Insieme all’immancabile “When I See You Smile”, il singolo più famoso dei Bad English (primo posto nell chart inglesi), vengono quindi inclusi due brani dei “The Babys”, con i quali Waite incise cinque album prima di dedicarsi al suo progetto solista e ai Bad English: “Isn’t It Time” (1977) e “Head First” (1978).
Si prosegue dunque con i classici di Waite solista, come la bellissima “Missing You”, tratta da “No Brakes” (1984) e proposta in duetto con la suadente voce di Alison Krauss, e due estratti da “Temple Bar” (1995), “In Dreams” e la titletrack “Downtown”.
Qualche dubbio sulla scelta di aggiungere alla tracklist ben tre song tratte dall’ultimo album “The Hard Way”, del 2004: si tratta delle song più rockeggianti, ovvero “The Hard Way”, “Keys To Your Heart” (peraltro già apparsa in precedenza su “Figure In The Landscape”, del 2001!!!) e “New York City Girl”, quasi a voler indurire l’orientamento rock/blues delle precedenti song, che spesso e volentieri sperimentano percorsi alternativi vicini al gospel, al country (vedi “Missing You”) e allo spiritual, minacciando che l’AOR sia solo una divagazione. Non che ci dispiaccia, anzi, la ciliegina sulla torta è rappresentata da “Highway 61” classico di Bob Dylan, qui riproposto in Waite-style, una vera chicca.
Anche i due inediti, “St. Patrick ‘s Day”, dolce ballata malinconicamente blues, e “Blue Venus”, seguono il filone di cui sopra, facendo pendere ancor più verso il piatto opposto all’hard rock il piatto della bilancia.

“Downtown Journey Of A Heart” si prospetta interessante, dunque, sia per chi vuole documentarsi su questo grande artista, sia per chi apprezza i lavori intimisti e non troppo “straight”, anche se un “best of” come questo – perché pur sempre di raccolta si tratta – non può ignorare, secondo chi scrive – un album come “Ignition”.

Tracklist:

  1. The Hard Way
  2. In Dreams
  3. Blue Venus
  4. Missing You
  5. Keys To Your Heart
  6. Highway 61
  7. Isn’t It Time
  8. St. Patrick’s Day
  9. New York City Girl
  10. Headfirst
  11. Downtown
  12. When I See You Smile

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