Recensione: Dragon Fire

Di Federico Albano - 10 Agosto 2011 - 0:00
Dragon Fire
Band: Mistheria
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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70

Sotto il nome d’arte Mistheria si nasconde un poliedrico tastierista di casa nostra, Giuseppe Iampieri; intensa l’attività del keyboard-hero, tanto che negli ultimi dieci anni ha accumulato svariate esperienze che vanno dal turnista per esponenti del pop italiano, alla collaborazione con Roy Z per l’album “Tyiranny Of Souls” di Bruce Dickinson, passando per lavori in teatro, radio e televisione.

Dopo “Messengers Of The Gods” del 2004, ecco il nostro dedicarsi nuovamente al metal con “Dragon Fire”. Tocca al tastierista occuparsi della composizione e produzione dei brani, mentre voce e il resto degli strumenti vengono affidati a musicisti ospiti, che non passano certo inosservati. Alberto Rigoni al basso (Twinspirits), John Macaluso alla batteria (Ark ,Malmsteen) e poi una girandola di cantanti e chitarristi: alla voce la parte del leone la fa John West (Royal Hunt) ma ci sono anche Rob Rock, Mark Boals e il connazionale Titta Tani, mentre le sei corde vengono suddivise tra George Bellas, Neil Zaza, Roger Staffelbach e Emir Hot.

Come forse si può immaginare, ci si muove in territori metal prog-melodico, e in fondo, per un disco composto da un tastierista, non potrebbe essere altrimenti. Non sono invadenti le tastiere di Mistheria, capace di dosare la sua presenza e mettere lo strumento al servizio della canzone. Buona anche la varietà della proposta; si comincia con il canonico power sinfonico in doppia cassa dell’opener “Dragon Fire” e a seguire un metal dalle chitarre più aggressive ben interpretato da Rob Rock (“Lies And Deception”). “Killing The Pain” mette in risalto il timbro vellutato di West per quello che è l’unico ritornello del disco facilmente memorizzabile, nonostante i brani melodici siano sparsi in abbondanza tra le tredici tracce di “Dragon Fire”. Piacevoli, ma incapaci di suscitare passione, la ballad “Now It’s Never” o la radiofonica, con tanto di coretti AOR, “The Power Of One”. Meglio l’hammond e le atmosfere seventies del mid tempo “Fire And Flames”, con un graffiante Titta Tani alla voce a dare il giusto tocco di cattiveria, o la epica traccia denominata appunto “Metal Opera”. Mistheria, oltre a lasciare ovviamente lo zampino qua e là si ritaglia il suo spazio con il break centrale negli otto minuti di prog metal di “Two Of Us” e si autocelebra con interessanti virtuosismi nella strumentale “Chopin Fantasy”.
In chiusura il power di “The Beast” dà un po’ la scossa prima di “A Beautiful Dream”, ballad per piano e voce a rischio sbadigli, evitati solo grazie ad una sentita prestazione di Titta Tani.

Tirando le somme un buon disco, ma viste le “risorse” utilizzate per la realizzazione di questo album, ci si aspettava qualcosina in più da Mistheria.

Federico Albano

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Tracklist:
01. Dragon Fire
02. Lies And Deception
03. Killing The Pain
04. Two Of Us
05. Metal Opera pt.1: A.D.1982
06. Metal Opera pt.2: Eye Of The Storm
07. Now It’s Never
08. Fire And Flames
09. Prelude 18 In F min
10. Chopin Fantasy
11. The Power Of One
12. The Beast
13. A Beautiful Dream

Line-Up:
Mistheria – Tastiere, piano e keytar
John West – Voce sui brani 1, 3, 7, 11 e 12
Titta Tani – Voce sui brani 1, 8 e 13
Rob Rock – Voce sul brano 2
Mark Boals – Voce sul brano 6
Lance King – Voce sul brano 4
George Bellas – Chitarra sui brani 2, 4, 6 e 10
Roger Staffelbach – Chitarra sui brani 3, 11 e 12
Neil Zaza – Chitarra sul brano 7
Emir Hot – Chitarra sul brano 8
Alberto Rigoni –Basso
John Macaluso – Batteria

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