Recensione: Dragon’s Secrets

Di Simo Narancia - 3 Novembre 2002 - 0:00
Dragon’s Secrets
Band: SkyLark
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 1997
Nazione:
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80

Era il 1997 e dopo l’ottimo esordio auto-prodotto The horizon & the storm per gli SkyLark arriva la possibilità di confrontarsi con un disco vero e proprio.
Come forse già saprete la mente principale del gruppo è il tastierista Eddy Antonini, affiancato dall’insostituibile Roberto ‘Brodo’ Potenti al basso e dall’espressivo vocalist Fabio Dozzo. In questo disco figurano anche Nico Tordini e Max Ferri alle chitarre e vari session drummer (F.Meles e M.Hal).
La proposta musicale della band milanese è sostanzialmente un power di buona fattura, infarcito di orchestrazioni neoclassiche e barocche e alleggerito da tanta ariosa melodia. Niente di nuovo direte voi, ma bisogna considerare che gli SkyLark furono tra i primissimi a proporre questa formula (almeno in Italia) e che quando uscì questo disco doveva ancora esplodere il fenomeno Rhapsody che tante ottime band ha influenzato e (purtroppo) oscurato.

L’inizio è promettente ed è costituito da una delicata intro per voce, piano e clavicembalo e dalla buona cavalcata Creature of the Devil, brano dove la band inizia a mettere in mostra le proprie doti melodiche. E’ il basso invece ad introdurre la successiva The Answers: brano più sinfonico rispetto al precedente ma comunque efficace e facilmente assimilabile. Ma se fin qui il tutto è stato ‘solo’ promettente dalla quarta traccia in poi gli SkyLark iniziano a fare sul serio regalandoci alcune delle più belle canzoni di power-sinfonico partorite dal metal tricolore! Ed è proprio la canzone omonima del gruppo che inizia a regalare i momenti migliori: il brano è un susseguirsi di riff, orchestrazioni, assoli melodici, cori trascinanti e ottime linee vocali. Sei minuti abbondanti di power fatto come si deve, dove è la prestazione del gruppo a farla da padrone. Così dopo il breve preludio Waiting For The Princess arriva come un treno in corsa uno dei brani più ambiziosi e riusciti della premiata ditta Antonini/Potenti: Light. Il brano in questione dura la bellezza di 24 minuti, durante i quali non si avvertono cali di tensione, dove si passa con estrema facilità dal power più pomposo a delicati momenti strumentali di ispirazione classica, dove gli assoli sono sempre convincenti e trascinanti, dove Fabio Dozzo dimostra (pur essendo all’epoca un po’ acerbo) di essere un buon cantante, dotato di buona estensione e soprattutto tanta espressività. Il brano dove fa il suo ingresso trionfale il White Warrior che accompagnerà gli SkyLark per ben 4 dischi.
Dopo un brano del genere sarebbe lecito aspettarsi un po’ di ‘riposo’ e invece i nostri ci regalano un’altra perla, Princess of the Snow: mitiche creature, principesse da salvare e guerrieri impavidi fanno da cornice alla furia metallica e gioiosa al tempo stesso che si abbatte sull’ascoltatore. Grandi cavalcate e come al solito assoli semplici ma efficacissimi, così come le linee vocali e le melodie che affollano la canzone. Un brano lungo (più di 8 minuti) che scorre via con entusiasmo e leggerezza. Un altro grande momento di ispirazione. Semplicemente fantastica.
Chiude il cd la title track, brano interamente strumentale di stampo classico fatto solo di orchestrazioni.
L’unico grande difetto di questo disco sono la produzione e il mixaggio che rendono la batteria ‘fintosa’ (leggero dubbio che si tratti di una drum-machine) e che non valorizzano il lavoro della chitarra ritmica come dovrebbero. Ma di quei tempi, almeno qui in Italia, non erano in molti ad usufruire di ottime produzioni (ascoltare il primo Labyrinth per credere) e quindi va bene anche così. Se badate alla sostanza posso assicurarvi che, nel suo genere, questo disco ne ha da vendere. Peccato che pur essendo apprezzati non riuscirono a sfondare del tutto (anche se in paesi come il Giappone godono di un buon seguito). Forse se fossero stati notati oltre gli italici confini il gruppo più odiato/amato di Italia sarebbero proprio loro. Pionieri.

PS: con una produzione adeguata la valutazione finale sarebbe più alta.

Track List:

1) The Temple
2) Creaure of the Devil
3) The Answers
4) Skylark
5) Waiting for the Princess
6) Light
7) Princess of the Snow
8) Dragon’s Secrets

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