Recensione: Dream Child

Di Gaetano Loffredo - 9 Giugno 2008 - 0:00
Dream Child
Band: Mattsson
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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65

Lars Eric Mattsson stravolge un po’ il suo ideale di progressive metal/rock opera, che ci aveva mostrato tre anni fa con War, e riprende il suo cammino dopo lo strumentale Earthbound, evitando di scomodare una decina di ospiti come accadde nel duemilacinque.
La vera novità del nuovo corso è Adrienn Antal, splendida fanciulla autrice di una prova più che decorosa dietro al microfono, affiancata con una certa frequenza da Björn Lodin, voce maschile che abbiamo già sentito nei lavori precedenti.
Da segnalare infine Eddie Sledgehammer alla batteria, altro fedelissimo di Lars Eric: tutto il resto (chitarre, basso e tastiere) è territorio di Mattsson, compreso il songwriting di un disco riuscito soltanto a metà.

Il materiale presente, che si estende su dodici brani, è più accessibile che in passato e fa presupporre ad una scelta ben precisa da parte di Mattsson, che tralascia (non sempre) l’auto-celebrazione strumentale e favorisce strutture più formali.
Arrangiamenti e idee si attestano sui livelli già riscontrati in passato, mai riletti (purtroppo) con arguzia e fantasia; il trademark non è snaturato ma Dream Child non è capace di farsi notare per la novità della sua proposta.

Ampio spazio è concesso alla Astral Orchestra e alle sue melodie celestiali, tocchi di gran classe che avvolgono gli strumenti elettrici fino a trasportare il disco in una dimensione symphonic-goth che va a incastrarsi perfettamente con quella progressiva.
I limiti di Mattsson sono da ricercare nelle composizioni poco entusiasmanti; il violoncello di Goodbye e il pianoforte della power ballad See The Dreamer Behold sono solo due esempi di come Lars Eric cerchi di sviare l’attenzione spostandola sulle coste malinconiche, ma le complicazioni affiorano quando si tratta di accelerare: esecuzione straordinaria ma musicalità di basso profilo.

Non mancano però momenti di adrenalina: Heaven and Hell Unite è una bordata elettrica dai contenuti artistici di grande rilievo, I’m Coming Home l’essenza tecnica del polistrumentista finlandese che, in pochi minuti sfoggia tutto repertorio a sua disposizione, mettendolo al servizio di una melodia guida ben radicata, e cercando di evitare la trasformazione del pezzo in un mero esercizio di stile.

Nulla da eccepire dal punto di vista esecutivo. Dream Child non è, in ogni caso, la resa puramente strumentale di un virtuoso che risponde al nome di Lars Eric Mattsson; c’è anche l’interpretazione vocale di una cantante che ha dimostrato di saperci fare e qualche brano ben riuscito/prodotto, quanto basta per una sufficienza abbondante, non di più.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.Prelude to Life
02.I’m Coming Home
03.Dream Child
04.Killing Everything
05.This is Our Time
06.See the Dreamer Behold
07.Until Our Last Goodbye
08.Moonlight Dream
09.Heart of a Clown
10.Life in the Shadows
11.Heaven and Hell Unite
12.Goodbye

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