Recensione: Dreaming Awake

Di Eugenio Giordano - 6 Giugno 2003 - 0:00
Dreaming Awake
Band: Harmony
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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60

La Massacre offre i suoi servigi per il supporto e la produzione di questo nuovo debutto sulla scena europea, debutto che coinvolge una delle band di metal melodico più promettenti del panorama svedese, gli Harmony, gruppo che a detta di molti, da quanto leggo sulle riviste e sui portali internet, rappresenterebbe una valida alternativa allo strapotere degli Stratovarius in senso artisitco. Del gruppo di Timo Tolkki i nostri cinque svedesi possono dirsi sicuramente dei successori ma solo parzialmente dei reali emuli che non sappiano esprime nulla di quanto già espresso da cotanti maestri, in più ci tengo a sottolineare quanto sia sbagliato in questo debutto parlare di power metal in senso stretto, perchè non mi sento davvero di inquadrare gli Harmony in questa categoria. Il gruppo svedese spazia in varie e divergenti realtà, questo mi fa sospettare di un certo comportamento ruffiano nei confronti del pubblico, ma di certo solo una piccola parte del disco può inquadrarsi nel power metal, mentre per il restante del totale troviamo canoni più cari al rock melodico, al limite al lavoro di chitarrsti come Y. J. Malmsteen su cd come “Fire and Ice” o “Eclipse”. Con questo nulla voglio togliere alla caratura tecnica degli Harmony che di certo sono cinque musicisti preparatissimi e capaci di scrivere dei pezzi dal forte sapore romantico e ricchi di pathos, come vedremo, e che di certo non rimarranno inascoltati da chi forse ama stili meno tirati e potenti rispetto al metal classico.

La iniziale “Eternity” è un bel connubio tra velocità, mai eccessiva, e senso melodico che mi mostra subito di cosa siano capci gli Harmony anche se il gruppo si guarda bene dal premere troppo sull’aceleratore e di spingersi in strutture troppo energice e potenti come forse una band power cercherebbe di fare. Già con la title track “Dreaming Awake” i nostri si spostano decisamente su lidi più rilassati e tecnici dimostrandosi dei validi interpreti di un genere minore e introspettivo, se di metal melodico si può parlare, lo si può fare solo dopo aver notato un brusco ammorbidimento delle chitarre e della batteria, resta invece molto decisa e convincente la voce che mi pare l’arma più affilata alla corte dei nostri sevedesi. Col metal nulla a che spartire, ma “Without You” è quella canzone che di solito cerchi disperatamente su un cd quando sei in macchina con una ragazza che ti piace e che di metal non ne vuole sapere nulla, una canzone romantica, struggente, basata su un bellissimo lavoro di pianoforte e chitarra solista melodica, insomma una ballad pianistico elettrica. Intuibilmente più vigorosa, mai però propiamente potente, “Fall of Man” è un bel lavoro di chitarre oscure e di cantati melodici ancora una volta piuttosto malinconici nelle linee minori, agli Harmony non mancano le capacità di arrangiamento ma il pezzo è un poco noioso per i mei gusti. Più convincenti e propriamente bilanciate tra melodie e ritmi dinamici anche se comunque trattenuti “When Shadow Falls” e “Maze of the Past” sono due brani ibridi e difficili da inquadrare in una categoria precisa, ancora una volta ottime l’esecuzione e la composizione ma scarso l’impatto su chi ascolta, stesso difetto, questo, che affligge ultimamente anche i già citati Stratovarius. Ottima invece la conclusiva “Remember” che possiede un deciso riffing ritmico e progressivo che non mi spiego davvero come si possa relegare al fondo di un cd di esordio quando poteva fungere da opener con tutti gli onori, ma qui riesce solo a risollevare le sorti di un platter che stava affondando lentamente.

Gli Harmony hanno le carte in regola per comporre musica al livello dei Dream Theater di “Awake” e questo “Dreaming Awake” è solo un prodotto embrionale che non possiede ancora le caratterisitche definitive del sound dei nostri, il mio consiglio è di spingere di più su questi ottimi spunti progressivi e sulle atmosfere oscure che il gruppo sa comporre. Direi che il tentativo di intromettersi in un abito, il power metal, con brani più veloci non convince minimamente, non c’è nulla di male a non suonare power metal secondo me, questo dovrebbe essere chiaro a un gruppo che dimostra di sapersi muovere con grande perizia tra tecnica e ispirazione. Per ora solo la sufficienza minima, ma non è detto che sarà sempre così.

Tracklist:
01. Into the Afterlife (instr.) 
02. Eternity 
03. Dreaming Awake 
04. Fragile (instr.) 
05. Without You 
06. The Fall (instr.) 
07. Fall of Man 
08. When Shadows Fall 
09. Maze of the Past 
10. She 
11. Remember 

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Anno: 2003
60