Recensione: Dreams For The Daring

Di Mauro Gelsomini - 21 Novembre 2003 - 0:00
Dreams For The Daring
Band: Dreamtide
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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75

Dopo il debut “Here Comes The Flood“, tornano i Dreamtide di Helge Engelke all’indomani della dolorosa separazione dei Fair Warning. In controtendenza con la precedente release è da notare un deciso ritorno alle origini, sia a livello di songwriting sia a livello di sound: le composizioni sono divenute più dirette e hard, cantabili e trascinanti, a sprazzi addirittura travolgenti, tratti che assieme costituivano un marchio di fabbrica per la storica band di Hannover. Le prime due song, “Dream Real” e “Live And Let Live” sono brucianti, e trasmettono un’energia spiazzante, con i soli di Helge che sembrano fatti apposta per mettere i brividi ai nostalgici, mentre la voce di Olaf Senkbeil fa quasi dimenticare che il singer dei Fair Warning era un certo Tommy Heart (!!!). Lo spettro dei F.W. è onnipresente, e sarebbe un grande errore per i Dreamtide cercare di nasconderlo, tanto più che il batterista CC Behrens e il tastierista Torsten Lüderwald figurano tra gli ex membri della band. Uniche new entries, dunque, il già citato Senkbeil (già impegnato come corista nei Blind Guardian ed ex Jack’s Hammer), e il bassista Ole Hempelmann, ex Thunderhead.
I due brani seguenti affievoliscono un po’ i toni, “I’ll Be Moving On” col suo sensazionalismo lirico pomp, e “All Of My Dreams” con la melanconia dei soli struggenti di Helge.
Hanno buon tiro sia “I’m Not With You”, sbarazzina e ruggente, sia “Man On A Mission”, in grado di mescolare piacevolmente tastiere techno-futuristiche al class rock delle linee vocali.
Quasi epic il maestoso coro di “Eden”, che intermezza bene con l’ampio range di frequenze coperto dalla voce di Olaf. Scorrono bene anche “Land Without Justice” e “Out There”, anche se forse quest’ultima inizia a mostrare cenni di cedimento, vuoi per le strofe singhiozzanti, vuoi per l’insistito refrain non proprio travolgente.
La post apocalittica “Dreams Are Free” contiene degli arrangiamenti elettronici che lasciano un po’ perplessi, ma la durezz del sound di “Sweet Babylon” ci riporta subito nei binari standard dei Dreamtide, sembrando uscita direttamente dalle sessions di “Fair Warning”.
Chiude il disco “You Can’t Burn My Heart Out”, ballad dall’incipit pop (mi ha ricordato i Guns’n’Roses!!!) che costituisce un po’ l’anello debole dell’album.

Promozione senza dubbio, dunque, per un disco che ha come unici difetti alcune scelte sonore “moderne” (soprattutto sulle keyboard), completamente fuori luogo, e l’insistenza dei riferimenti al lirismo onirico (dal monicker al titolo dell’album ai titoli di molti brani), non supportato a sufficienza dal songwriting.

Tracklist:

  1. Dream Real
  2. Live And Let Live
  3. I’ll Be Moving On
  4. All Of My Dreams
  5. I’m Not With You
  6. Man On A Mission
  7. Eden
  8. Land Without Justice
  9. Out There
  10. Dreams Are Free
  11. Sweet Babylon
  12. You Can’t Burn My Heart Out
  13. Eden (remix)*
  14. Land Without Justice (remix)*
  15. Live and Let Live (remix)*

* Bonus track. I remix sembrano fatti per le discoteche. Inascoltabili.

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