Recensione: Drowned Earth

Di Leonardo Arci - 15 Ottobre 2006 - 0:00
Drowned Earth
Band: Empürios
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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40

Dispiace bocciare in modo così netto un lavoro dietro al quale c’è probabilmente passione e sacrificio, ma il dovere di esprimere un giudizio il più obiettivo possibile mi spinge ad esprimere le mie valutazioni in serenità per rispetto nei confronti di quanti avranno cura di leggere queste righe. Gli Empürios sono 5 giovani ragazzi brasiliani, nati nel 2004 grazie alla volontà dei cugini Decnop (Renata, chitarrista e Igor, bassista). Dopo numerevoli cambi di formazione e di monicker, solo nel 2006 con l’entrata in formazione in qualità di cantante della sorella di Renata, Fernanda, i nostri hanno raggiunto una certa stabilità della line up che li ha spinti  rilasciare il demo qui recensito.

 

Gli Empürios ci propongono un power metal fortemente contaminato da diversi elementi dark/gothic e da una venatura progressiva di fondo che rende le canzoni piuttosto corpose ed ambiziose. I richiami a gruppi cardine del genere sono frequenti e sparsi lungo tutta la durata del demo, e riguardano i Nightwish, gli After Forever, i Dream Theater e i Dimmu Borgir. Come si evince dalle numerose citazioni la carne al fuoco è tanta, sicuramente troppa date le reali potenzialità del combo in questione. Quello che non va di tutto il lavoro è la sensazione che le varie componenti strumentali, ed anche quella vocale, non siano state affatto concepite in una visione d’insieme, per cui il risultato finale appare sgradevole all’orecchio proprio perché i suoni sono scarsamente amalgamati (basta ascoltare l’opener Chaos, titolo decisamente rivelatore).

Più volte ascoltando questo demo ho avuto la sensazione che il mio stereo stesse irradiando 2 canzoni contemporaneamente, con suoni del tutto slegati tra loro, lasciandomi alquanto perplesso ed infastidito. Oltre a questa critica che riguarda la produzione e la fase di scrittura dei brani, va detto che anche la parte esecutiva non emerge, presentando ingenuità palesi e carenze tecniche evidenti. A nulla servono poi i grugniti emessi dal bassista, forse inseriti per arricchire le composizioni ed avvicinarle a certi stereotipi gothic, ma che in questo caso contribuiscono ad abbassare il livello qualitativo del prodotto. Spesso fuori luogo anche le parti di tastiere, per nulla in sintonia con il mood delle tracce, e la sezione ritmica, a volte sembrano arrangiate in stile pop con un suono plastificato del tutto avulso dal contesto sonoro. Nota di merito va alla prestazione della singer, nulla di trascendentale beninteso, ma se non altro non incorre in certe ingenuità che caratterizzano tutto il lavoro (a parte le linee vocali nel chorus dell’opener che sembrano tirate fuori da una canzone dei Nirvana di cui non ricordo il titolo).

 

Non vale la pena neppure procedere con il consueto track by track, non saprei cos’altro aggiungere a quanto già detto. Il consiglio che mi sento di dare a questi ragazzi è di volare basso e di migliorare la tecnica strumentale, avendo cura di individuare uno stile di riferimento e di seguirlo cercando di personalizzarlo il più possibile, non ha senso attingere a destra e a manca non avendo le qualità per fondere il tutto in una proposta originale e personale.

 

Tracklist:

1. Chaos

2. Over the Fire

3. In the Middle of Eveything

4. Kiss of the Blade

5. Deluge Ethereal (Blood on Water)

 

Band:

Renata Decnop – guitar

Igor Decnop – bass and grunts

Fernanda Decnop – vocals

Marcos Ceia – keyboard

Mateus Froes – drums

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