Recensione: Dualism

Di Alessandro Calvi - 2 Luglio 2005 - 0:00
Dualism
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Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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55

Nati ufficialmente nel 2002 dalle ceneri di un precedente gruppo, i Phobic Pleasure sono una creatura del bassista Alessio e del batterista Alessandro. Ben presto a loro si sono affiancati Vega alla voce e Samuele alla chitarra, che possiamo ascoltare su questo demo, e dopo un paio d’anni di lavoro su brani propri e vari concerti, sono giunti alla registrazione di questo “Dualism”.

Il cd consta di cinque tracce di cui quattro canzoni e una specie di “ghost track” introduttiva a “Madness Avenue”.
Tocca a “War” aprire le danze, si tratta di un brano death molto veloce ed aggressivo, sicuramente piazzato qui allo scopo di coinvolgere subito l’ascoltatore. Cosa che personalmente ritengo riesca a fare discretamente bene. Personalmente ho apprezzato molto la scelta della band di scrivere praticamente tutta la canzone in italiano, salvo ovviamente la parola “war” che risuona saltuariamente lungo il brano. Verso la metà troviamo anche uno stacco lento e melodico con parole sussurrate accompagnate dalla chitarra acustica, non male, ma forse un po’ scontato. Inoltre personalmente avrei tenuto questa canzone più corta, verso la fine infatti vi è attaccata una parte strumentale che sembra piazzata lì al solo scopo di allungarne la durata e che musicalmente a mio avviso centra poco il resto del pezzo.
Sicuramente più omogenea da questo punto di vista la successiva “Salvation”, peccato però per il fatto che venga lasciato da parte l’italiano come lingua perchè a mio avviso avrebbe potuto trattarsi di una scelta vincente e originale. Qualche pecca sarebbe riscontrabile anche nell’assolo di questo brano in cui i rimandi ai Metallica dei tempi d’oro forse si fanno fin troppo espliciti.
La terza traccia come si diceva, fa da trampolino di lancio per la quarta: un telefono squilla, qualcuno risponde “hello” e dall’altro capo dell’apparecchio sentiamo solo grida agghiaccianti e terrorizzate come di qualcuno che venga fatto a pezzi.
Su queste urla si innesta subito il riff portante di “Madness Avenue”, si tratta di una canzone thrash-death, piuttosto veloce e aggressiva, nello stesso classico stile delle due che l’hanno preceduta. Qualche passaggio leggermente più lento e dall’incedere più marziale, ma a parte questo ben poche differenze.
Qualche differenza in più rispetto al resto del demo ce l’ha però la finale “Inborn Need for Hatred” che con i suoi quasi otto minuti di durata si presenta come la canzone più lunga della tracklist. A parte la lunghezza, troviamo però altri punti interessanti in questa song. Tanto per cominciare i cambi di tempo sono più marcati e a mio avviso anche gestiti meglio che negli altri brani, inoltre anche le linee musicali delle chitarre si presentano più elaborate e studiate rispetto a prima, con particolari intrecci e un migliore gusto per la melodia. Sicuramente l’ultima traccia risolleva un po’ questo disco rispetto alla massa, ma non posso certo dire che sia per questo un capolavoro.

Per concludere si tratta di un demo onesto, realizzato piuttosto bene (a parte per quanto riguarda la grafica) e che si lascia ascoltare. Purtroppo però non si tratta di nulla di più, le canzoni anche se orecchiabili non lasciano molto all’ascoltatore. A mio avviso i Phobic Pleasure non spiccano ne per l’originalità, ne per la tecnica, e questo purtroppo li relega nella normalità.

Tracklist:
01 War
02 Salvation
03 —
04 Madness Avenue
05 Inborn Need for Hatred

Alex “Engash-Krul” Calvi

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Anno: 2005
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