Recensione: Dust To Dust

Di Paolo Beretta - 30 Gennaio 2004 - 0:00
Dust To Dust
Band: Heavenly
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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58

Dopo due studio album accademici e poco originali, che hanno venduto abbastanza bene, gli Heavenly sono diventati una band di discreto successo nel panorama europeo del Power metal spiccatamente melodico e di influenza tedesca. Con il terzo lavoro Dust To Dust i francesi dovrebbero essere pronti a fare il tanto atteso “salto di qualità” mostrando la giusta dose di personalità e originalità necessaria a convincere il sottoscritto che i 19 euro spesi non sono stati “buttati”. Il disco è stato diviso in tre parti per un totale di 13 tracce e 70 minuti abbondanti di musica. L’anonima intro “Ashes To Ashes” con i soliti parlati dà inizio al primo capitolo che prosegue con Evil. Le tastiere pompose subito fanno venire in mente i migliori Rhapsody mentre il drummer Pilo, con un uso smodato del doppio pedale, lancia strofe fulminee. La tempestosa sezione ritmica successivamente diminuisce di intensità per inasprire il sound che, tra banali pause e intrecci vocali, torna inevitabilmente al melodico. “Lust For Life” dopo un minuto e mezzo accademico sfocia nel bel refrain altalenante seguito da un bel lavoro delle chitarre gemelle. Il pezzo da questo punto si perde e, senza nessun filo logico, vira verso uno Speed Metal arcigno per poi riabbracciare nel finale, con molte forzature, le sonorità iniziali. Le prime e lente strofe di “Victory” ricordano, nel suo lento procedere, gli Angra ed esaltano al massimo Ben Sotto ma l’atmosfera viene ben presto “rotta” dal riffing possente; i francesi procedono con un sound che richiama molto Gamma Ray e Rhapsody e, prima del “finnico” solo finale di tastiera, anche gli stessi Heavenly di “Sign Of The Winner” (“The World Will Be Better”). La seconda parte del cd comincia benissimo con la “hanseniana” “Illusion”. Sotto nelle strofe iniziali serpeggia e graffia con un cantato ruvido davvero superbo. La song, dalla semplice fattura, vola senza intoppi e viene arricchita da un paio di break incalzanti e allegri che, assieme ai solos fulminei di qualità, rendono questo pezzo godibile per tutta la sua durata. “Keepers Of The Earth” è invece una zolletta di zucchero con le sue melodie studiate nei minimi particolari. Doppia cassa, refrain arioso e riffing, in sottofondo, a sostenere il tutto mentre assoli si scontrano, si sovrappongono, si sfidano in una gara di velocità e tecnica. “Miracle” alterna per 9 minuti (troppi) un buon lavoro della coppia di guitarist (stoppati leggermente dall’uso perpetuo delle keyboard) a sonorità pompose e magniloquenti con le backing vocals in primo piano. La terza, e ultima, parte di “Dust To Dust” ha inizio con “Fight For Deliverance” per uno speed metal incessante decisamente “made in Finland”. Dopo il break tastieristico, come di consueto in questo disco, gli Heavenly improvvisamente si fermano in una pausa, non molto originale e riuscita, durante la quale Sotto sfodera acuti impressionanti prima della scheggiante conclusione. “Hands Of Darkness” invece ci regala atmosfere più tenebrose, cupe e pesanti. Il finale, totalmente strumentale, tra una selva di virtuosismi tecnici riesce anche a non alterare la noia crescente dell’ascoltatore. “Kingdom Come” nei suoi otto minuti piace, a tratti, nelle strofe cadenzate e nel chorus “esagerato” di sicuro impatto mentre nel proseguo gli Heavenly si perdono in “oh, oh, oh” altissimi per poi ritrovare, a fatica, l’uscita. Come ogni Power Metal album che si rispetti Sotto & Co. chiudono “Dust To Dust” con un lento (Title track) scandito dalle dolci note del piano arricchite da un triste assolo triste. In quest’album gli Heavenly hanno provato a discostarsi dai due precedenti album. Pur mantenendo le somiglianze con Helloween, Gamma Ray, Edguy, Rhapsody, Strato… (in certi casi eccessive) i francesi hanno tentato di arricchire i loro pezzi con una miriade di break e cambi di ritmo fiacchi e banali. Ma la cosa peggiore è che, al mio ascolto, gran parte delle canzoni di “Dust To Dust” (tranne “Illusion”, “Fight For Deliverance” e la title track) mi sono sembrate slegate. Molte song cominciano con una spiccata vena melodica e poi, dal nulla, giunge un riffing imponente ed esaltante che scompare due minuti dopo senza motivo e logica. Gli Heavenly mi hanno dato l’impressione di voler dimostrare ai propri fan che sanno virare anche verso melodie più pesanti ma il risultato di questo lavoro è tanta tecnica, poche idee compositive e molta confusione. Probabilmente il cd venderà un discreto numero di copie e riscuoterà più consensi convinti ma queste 13 tracce, a tratti riuscite ma anche molto dispersive, dai titoli quantomeno poco originali, non aggiungono proprio nulla al Power.
1. Ashes To Ashes
2. Evil
3. Lust For Life
4. Victory (Creature Of The Night)
5. Illusion Part I
6. Illusion Part II
7. The Ritual
8. Keepers Of The Earth
9. Miracle (2003 Version)
10. Fight For Deliverance
11. Hands Of Darkness
12. Kingdom Come
13. …Dust To Dust

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