Recensione: Ecstasy Of God

Di Daniele D'Adamo - 20 Luglio 2013 - 17:34
Ecstasy Of God
Band: Spheron
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2013
Nazione:
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59

La Germania è, da sempre, una delle nazioni in cui la produzione di metallo pesante, di tutte le fogge e manifatture, non è seconda a nessuna. Tuttavia, in questo caso specifico – il technical death metal – , il confronto è principalmente con gli USA e il Canada, terre tradizionalmente feconde per chi, del death, ha una visione centrata sull’abilità esecutiva.

Per cercare di contrastare questo strapotere… territoriale, arrivano da Ludwigshafen am Rhein gli Spheron, freschi di nascita (2008) ma assolutamente convinti dei propri mezzi, come dimostra la qualità manifatturiera di “Ecstasy Of God”, debut-album che segue una discografia ancora scarna, comprendente, anche, un demo e un EP (“Demo 2008”, 2008; “To Dissect Paper”, 2010).

“Ecstasy Of God”, difatti, mostra una formazione in grado di dar luogo a un sound violentissimo, affilato, tagliente come un rasoio, dalla pressione a tratti insostenibile. Il furioso growling di Daniel Spoor fonda le basi sulla pura aggressività, sovrapponendosi a volte a scellerati scream, anche se l’endemica rigidità dello stile canoro tende ad appiattire una musica complessa, ma non all’inverosimile, piuttosto varia e costantemente alla ricerca di raffinati quanto devastanti passaggi ad altissimo potenziale energetico. Mark Walther e Tobias Alter, non per altro, si dannano l’anima per riuscire a diversificare il più possibile la marea di riff durissimi e articolati che escono dalle loro chitarre. Un guitarwork dal livello qualitativo eccellente, dove la poliedricità ritmica e l’abbondanza di fini ricami ne caratterizzano la riuscita complessiva. Il tormentato bombardamento a tappeto operato dal basso di Matthias Minor, poi, regala definitivamente al sound quel mix di potenza e tentacolare musicalità tipico del technical death metal.

Occorre fare un discorso a parte, invece, relativamente al drumming di Tobias Blach che, malauguratamente, la produzione priva di quella profondità timbrica e impetuosità in grado di rendere i pattern di batteria davvero ‘fuori dalle righe’. A onore del vero si tratta di un difetto, inspiegabile, che macchia anche altre realizzazioni del sottogenere death in esame, alcune delle quali addirittura famigerate (es.: Nile). Anche la proposizione quasi continua dei blast-beats, peraltro, non fa bene alla buona riuscita complessiva, giacché tende ad appiattire quello che esce dagli speakers, togliendo così una buona fetta di dinamicità a certi riff che, altrimenti, farebbero ribaltare un carro armato.  

In tal modo, gira e rigira, i dodici brani che compongono “Ecstasy Of God” non ci mettono poi molto a far nascere quell’antipatico senso di noia che non dovrebbe mai far capolino, durante l’ascolto di un’opera musicale. Tanto più che, contrariamente a un’esecuzione tecnicamente spaventosa e a una compattezza stilistica superlativa, i cinque ragazzi della Rhineland-Palatinate si mostrano ancora abbastanza acerbi, in fatto di songwriting. Anche qui non si tratta di difetti tecnici, poiché tutti i pezzi del disco evidenziano una levatura perfettamente adeguata ai migliori livelli del professionismo internazionale. Si tratta, peggio, di non aver saputo inserire nelle canzoni quel ‘qualcosa in più’ tale da elevare le stesse al rango di quelle scritte dalle migliori realtà tipo Atheist e Cephalic Carnage, per dirne due.      

I cinquantatré minuti di durata di “Ecstasy Of God”, allora, diventano una sorta di mattone indigesto per tutti gli stomaci, persino quelli più allenati ad assimilare le pietanze più ricche e abbondanti. Anche ad ascoltare e riascoltare il CD, infatti, alla fine non rimane granché, in testa, delle sconfinate scorribande compiute dagli Spheron nei territori dell’arte e dell’immaginazione.

Peccato, poiché ci sarebbero tutte le potenzialità per ottenere un risultato opposto. Tuttavia, trattandosi di un’Opera Prima, questa, la situazione non potrà che migliorare, in futuro. Almeno si spera, per loro.  

Daniele “dani66” D’Adamo
 

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