Recensione: Elements Of The Infinite

Di Daniele D'Adamo - 24 Giugno 2014 - 19:41
Elements Of The Infinite
Band: Allegaeon
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2014
Nazione:
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78

 

A due anni dal riuscito “Formshifter” tornano in campo gli statunitensi Allegaeon con un album nuovo di zecca: “Elements Of The Infinite”. Avanzando una formazione rimaneggiata nel secondo chitarrista, Michael Stancel al posto di Ryan Glisan, e con la dotazione in pianta organica di un batterista stabile, Brandon Park.

Le note di accompagnamento delle label, in questo caso la Metal Blade Records, a un’uscita fiammante – soprattutto se trattasi di una band importante del roster – in genere non sono molto affidabili in quanto a oggettività. Ovviamente. In particolare, leggendo le parole di Greg Burgess, l’altro chitarrista, ci si fa l’idea che la formazione abbia fatto degli enormi passi da gigante in tutti i sensi, proprio da “Formshifter”. Una sensazione che, ascolto dopo ascolto, non trova pieno riscontro in “Elements Of The Infinite”, almeno a parere di chi scrive. L’equilibrata miscela di technical e melodic death metal che contraddistingue il combo americano, già nota sin dai tempi del debut-album “Fragments Of Form And Function” (2010), unitamente al taglio totalmente scientifico dei testi, viene riprodotta in modo sostanzialmente similare anche in quest’ultimo lavoro. Senza che ci siano né stravolgimenti di sorta, né particolari scatti evoluzionistici o tantomeno decisi cambi di rotta.
 
Con questo non si deve certamente pensare a un flop. Tutt’altro. Ezra Haynes e i suoi pard sono di una bravura eccelsa, tanto a livello esecutivo tanto a quello compositivo, e quindi è impossibile che sbaglino la mira di così tanto da relegare “Elements Of The Infinite” in secondo piano rispetto al ruolino di marcia delle nuove uscite del metal estremo nel 2014. Ecco, il punto è questo: di metal se ne può discutere tantissimo, in merito a quest’opera, ma se c’è un fatto che non si può negare è l’inizio di un percorso volto ad abbandonare le sonorità più oltranziste quali quelle del death per giungere, in futuro, a quelle più articolate del prog. Per ora si tratta di una percezione appena decifrabile, poiché – in ogni caso – i Nostri pestano come dei dannati, raggiungendo in alcune occasioni vette di aggressività notevole. Tuttavia, qua e là, si possono intravedere degli spazi di manovra meno congestionati; nei quali si placa un po’ la furia degli elementi per far posto ad ariose melodie, mai stucchevoli e/o ridondanti anzi in alcuni casi stupendamente coinvolgenti.

Come nella suite-capolavoro “Genocide For Praise – Vals For The Vitruvian Man”. Song, che in effetti, può indicare davvero la direzione più consona agli Allegaeon del futuro. A parte arpeggi e violini vari, quello che colpisce di questo brano è la sorprendente facilità nel saper dar vita a istanti emotivamente intensi, ricchissimi di pathos e di accattivanti trappole armoniche. Sempre sostenuti, ed è qui che si dovrà sempre tener botta, da uno scheletro ritmico possente, quasi debordante, a volte annichilente. Questa song, di assoluto livello compositivo, alla fine non si mostra così diversa da quelle che hanno formato i dischi precedenti, avendone mantenuto inalterata la deflagrante forza con, in aggiunta, un tocco di epica visionarietà che la completa idealmente, almeno con riferimento specifico stile dell’ensemble di Fort Collins.  

Se “Genocide For Praise – Vals For The Vitruvian Man” può considerarsi inequivocabilmente la cima di “Elements Of The Infinite”, quest’ultimo presenta invece delle oscillazioni generalizzate nella decisione del songwriting; come se fosse ancora forte il richiamo alla… brutalità (“The Phylogenesis Stretch”, “Gravimetric Time Dilation”), leggermente indebolito, però, dalle nuove ‘voglie’ di allentare un po’ la presa (per modo di dire… “Threshold Of Preception”).

Insomma, “Elements Of The Infinite” più che un punto di arrivo ne pare uno di partenza: la potenzialità artistica degli Allegaeon è davvero enorme. A loro la responsabilità di utilizzarla al 100%.

Daniele “dani66” D’Adamo
 

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