Recensione: Elite

Di Vittorio Sabelli - 28 Settembre 2012 - 0:00
Elite
Band: Deals Death
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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48

A volte basta guardare alcuni dettagli di un disco che già ci danno un’idea, giusta o sbagliata che sia, di qualcosa che c’è da scoprire al suo interno. Spesso l’artwork è di quelli vincenti, di quelli che inducono a scartarlo con foga per ascoltare il contenuto immediatamente. Altre volte i titoli ci indirizzano nella direzione intrapresa dalla band, e altre volte ci affascina il nome della band stessa, che magari appare per la prima volta davanti a noi… insomma, non sempre riusciamo a essere oggettivi come se dovessimo ascoltare un CD senza conoscerne nome, titolo e copertina, in pratica vergine, senza che possa ‘compromettere’ la capacità d’ascolto al di fuori della musica stessa.

In questo caso la curiosità è alta, il gruppo ha un nome d’assalto, è svedese, la cover è interessante (sebbene un po’ finta) ma la sensazione di qualcosa che non vada, sempre col beneficio di esser contraddetto e che ci abbia visto male, è nelle durate delle nove tracce, che lasciano presagire qualcosa…

Cerchiamo di lasciarci tutto alle spalle e ascoltiamo con curiosità questo secondo lavoro degli svedesi Deals Death, che segue a distanza di tre anni il debut-album “Internal Demons”. L’opener “Collapse” è incentrata sulle tastiere alla Children Of Bodom e su un riff bello ma troppo programmato, mancando di piglio e credibilità – una delle pecche dell’intero disco – così come la voce filtrata e i ritornelli. Il brano si snoda in maniera scontata senza far sussultare, ed è seguito a pari merito da “Fearless”, anch’esso introdotto da un abuso di tastiere (sono allergico, tranne alcune…) che anticipa una perfetta canzone con tanto di strofe e ritornello da stadio. Il tempo rallenta prima del finale ma non produce alcun effetto sull’economia della song, che spudoratamente termina con un ritornello un tono sopra l’originale (quel tipo di modulazioni pop alla Baglioni, per intenderci). In “Eradicated” i Nostri cercano di tornare in suolo svedese, rendendo omaggio alla patria con una serie di riff che ha reso fortuna e successo ad act come In Flames e At The Gates… venti anni fa! Un piccolo cambiamento nella sezione dedicata al solo di chitarra, anch’esso con tanto di gusto per gli anni ’90, che rilancia le harsh vocals del cantante Olle Ekman.

Cercando di capire cosa non giri in questo disco provo a insistere con la seguente “Fortified”, che perlomeno ha un tiro più convinto delle precedenti, ma solo fino al refrain, melodico a tutti i costi, che sminuisce quel che di buono lo circondava. Anche la seguente “Elite” è uno spudorato tributo al drumming di Erlandsson e al tiro degli At The Gates, mentre “Conquer As One” è una sorta di “Carrie” – almeno inizialmente – con tanto di chitarre melodiche inframmezzate da stoppin’ riff che cercano di sostenere la voce, che non riesce a modulare né tono, né tantomeno colore. E penso che la risposta alla domanda di cui sopra sia proprio la voce stessa, sempre uguale e ripetitiva. Senza variazioni timbriche o emotive si ripete sempre nella stessa maniera, qualunque cosa succeda alle sue spalle.

A questo punto non resta che continuare a scorrere le tracce senza aspettarsi troppo e, infatti, le restanti “Perfection” e “Hierarchy” (ad eccezione di una breve sezione poliritmica) scorrono inermi e senza catturare minimamente l’attenzione. “Illumination” chiude questo secondo capitolo della saga Death Deals e paradossalmente sembra avere una marcia in più, compreso il chorus che include una sequenza armonica interessante e una sfuriata chitarristica neo-melodica che lasciano buone speranze per il futuro.

Ma solo per il futuro, perché un disco come “Elite” può solo entrare nella discografia di ragazzine innamorate di Joey Tempest and Co. Per i fan del death metal, purtroppo, e ancor più di quello svedese, c’è davvero troppo poco; peraltro organizzato male e scontato per chi si aspetta grandi cose da nuove band scandinave. Un altro lato che, anziché esaltarlo, rende il prodotto ancor meno interessante, è quello della produzione, che è ottima come da tradizione ma allo stesso tempo falsa, e che evidenzia la costruzione dei brani a tavolino, mancando di cuore e feeling. Quel feeling che un amante del vero death metal mette – probabilmente, anzi sicuramente – al di sopra di ogni artwork, nome, titolo e durata.

Vittorio “VS” Sabelli

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Tracce:
1. Collapse 3:20
2. Fearless 3:18
3. Eradicated 3:25
4. Fortified 3:47
5. Elite 4:08
6. Conquer As One 4:38
7. Perfection 4:20
8. Hierarchy 3:39
9. Illumination 3:58

Durata 35 min.

Formazione:
Olle Ekman – Voce
Erik Jacobson – Chitarra
Sebastian Myrèn – Chitarra
Fradrik Ljung – Basso
Janne Jaloma – Batteria
 

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