Recensione: Elvenpath

Di Stefano Vianello - 1 Luglio 2011 - 0:00
Elvenpath
Band: Elvenpath
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
Nazione:
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72

Gli Elvenpath iniziano a muovere i primi passi a Francoforte nel 2002. L’idea è quella di portare sulla scena musicale del posto qualcosa di nuovo, fatto con cuore, passione e che suoni dannatamente power metal. Sin da subito la band si tira su le maniche, sfornando nell’arco di sei anni tre album (l’ultimo è Spyrol uscito nel 2008) : una fitta attività in sede live li porta presto a suonare in giro per l’Europa al fianco di gruppi ben più conosciuti come Skyclad, Sabaton e Majesty.
Negli ultimi tempi non sono mancati i problemi di line-up che hanno minato gli equilibri della band, ma da due anni circa sembra che finalmente l’armonia giusta sia stata trovata e per suggellare questa duratura unione, quale miglior modo può esserci se non quello di realizzare un nuovo disco e intitolarlo Elvenpath?
Eccoci quindi pronti a recensire questa nuova uscita: il sound proposto dal gruppo è un power metal influenzato fortemente da quel heavy-epic di scuola Manowar e Iron Maiden. Ci troviamo quindi di fronte a potenti cavalcate di chitarra e cori da “battaglia” inneggianti alla libertà e al metallo, di cui i titoli della seconda metà di questo platter ne sono la chiara prova.

Andando con ordine, l’apertura dell’album viene assegnata a For Our Liberty, brano dalla classica impronta “maideniana”, con chitarre in assoluto rilievo: i nostri mettono subito in chiaro che quel che più conta per loro è essere diretti e schietti, niente tastiere o fronzoli vari, solo un potente ed epico muro sonoro.
Anche la seconda traccia Into The Future, si mantiene sullo stile della precedente, mentre finalmente con Guardians Of The Underground gli Elvenpath cominciano a dare una sferzata al sound con una potente e veloce canzone che risveglia dal leggero torpore iniziale: pezzo aggressivo e tirato, che porta alla mente le prime composizioni degli Hammerfall in alcuni frangenti, ma sempre genuino e sincero.
Nulla di nuovo nell’aria, ma anche se la proposta non è delle più originali si lascia ascoltare con piacere: un punto sicuramente a favore di questo album sono le ritmiche, sempre coinvolgenti e trascinanti, mentre leggermente sottotono la voce del cantante Dragutin Kremenovic che non sempre riesce a essere convincente nonostante la buona estensione vocale. Altro brano davvero ben riuscito è Cellars Of Doom, cavalcata in doppia cassa dal tiro micidiale che anticipa quelle che saranno le tre canzoni che andranno a formare la suite finale che, già dal titolo, può far concorrenza alle produzioni più forzate e appariscenti dei Manowar, ovvero The Truelogy (1a,2a e 3a parte) ognuna introdotta da un breve intermezzo intitolato Metal Suite (I,II,III,IV).
Il tiro dei brani prende quindi una via decisamente più epicheggiante, nonostante l’impronta stilistica iniziale rimanga inalterata. La prima parte Metalwar, è un mid-tempo cadenzato, impreziosito da un ottimo lungo assolo di chitarra centrale a opera dei due chitarristi, Till e Oliver. Nella seconda parte della suite, War Of Steel, i nostri continuano con ritmi morigerati in pieno stile Manowar: sembra che questo tipo di composizioni si adatti molto bene all’ impostazione vocale di Dragutin che riesce ad esprimersi nel migliore dei modi grazie anche alla sua voce potente e calda che in questo caso calza a pennello. L’ultima parte Metalsteel, potrebbe invece gareggiare tranquillamente per accalappiarsi il Guinness dei Primati per le volte che in una canzone vengono ripetute le parole “heavy metal”: ritmica graffiante e ripetizione fino alla nausea di “heavy metal”, fanno di questo episodio un pezzo abbastanza pesante da digerire, ma sommato al resto del disco è trascurabile.

Gli Elvenpath si sono rivelati una band con buona tecnica e tanta voglia di crescere, le canzoni sono sempre molto orecchiabili e non stufano quasi mai (a parte il finale come detto poco sopra). Il gruppo ha buone capacità tecniche che possono essere sfruttate in maniera migliore, magari uscendo un po’ dai canoni tipici dell’epic-heavy-power metal. Staremo a vedere cosa riserverà il futuro a questa formazione teutonica, per ora il giudizio è positivo.

Stefano “Elrond” Vianello

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Tracklist:
1. For our liberty
2. Into the future
3. Guardians of the underground
4. Moria
5. Enflaming demands
6. Cellars of doom
7. Metal Suite I – The Suite Of Metal
8. Metalwar (The Truelogy – Part One)
9. Metal Suite II – The Suite Of Steel
10. War of steel (The Truelogy – Part Two)
11. Metal Suite III – The Suite Of Iron
12. Metalsteel (The Truelogy – Part Three)
13. Metal Suite IV – The Suite Of Heavy Metal Victory

Line-up:
Dragutin Kremenovic – Vocal
Till Oberboßel – Guitar
Oliver Rossow – Guitar
Boldie von Herbolder – Drums
Christian Flindt – Bass

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