Recensione: Emperor

Di Matteo Bovio - 5 Luglio 2002 - 0:00
Emperor
Band: Emperor
Etichetta:
Genere:
Anno: 1992
Nazione:
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80

Gli Imperatori hanno chiuso la loro carriera in mezzo sì a tante critiche, ma lasciando anche dietro di sè un numero di fans da far paura: sappiamo bene che in musica la qualità non sempre si misura con i numeri, ma dobbiamo dargli atto di aver saputo sempre coinvolgere gente dai gusti più disparati, dalle nuove leve ai blacksters più estremisti. Se il loro ultimo periodo era all’insegna della sperimentazione, il passato è stato tutt’altra cosa: questo Mcd, dall’omonimo titolo, evoca atmosfere gelide, così come solo i grandi masterpiece hanno saputo fare. Credo sia stato recentemente ristampato; l’originale è ovviamente introvabile, se non in qualche banchetto dell’usato, magari nella sua versione split con gli Enslaved.

Solo quattro tracce, di cui due riesumate dal precedente demo, ma dallo stile veramente inconfondibile. La formazione è quella per l’appunto dei tempi d’oro: basti dire che Mortiis poteva ancora permettersi di vivere in Norvegia e Bard Faust di vedere il mondo senza strisce. Per chi non conoscesse la storia, i due erano rispettivamente bassista e batterista; il primo è fuggito in Svezia in seguito all’arresto del secondo e alle vicende dell’Inner Circle, che lo vedevano spesso in tribunale come testimone dell’accusa. Tralasciando queste vicende “folkloristiche”, passiamo all’analisi della musica.

La registrazione è grezza in maniera spaventosa, senza per questo infastidire l’ascolto: anzi, lo stesso suono di chitarra, il classico suono “zanzaroso” alla Emperor, non fa che enfatizzare l’atmosfera agghiacciante dell’album. Come molti di voi sapranno, sono stati proprio i suddetti musicisti tra i primi ad introdurre come elemento fisso le tastiere nel Black metal. In questo lavoro si notano già i primi accenni, anche se in maniera molto discreta rispetto a quello che sarà In The Nightside Eclipse: tuttavia emerge da subito un’intenzione intelligente e costruttiva nell’inserimento di queste parti.

I quattro elementi sono tutti degli adolescenti (credo che nessuno raggiungesse i 18 anni) ma sanno regalarci quel capolavoro, che tutt’oggi considero il loro miglior brano, dal titolo Cosmic Keys To My Creations & Times. Molti di voi l’avranno sentita sul loro full lenght d’esordio: vi assicuro che questa versione, sebbene molto più grossolana come produzione, è di molto superiore in quanto ad impatto. Se non doveste riuscire a spiegare ad un amico cos’è il Black metal, non avete che da mettergli due auricolari nelle orecchie e far partire la suddetta traccia… più espliciti di così non potreste essere.

Se vi trovate in mano fortuitamente una copia di questo lavoro, dimenticate tutto quanto avete sentito dire di negativo sugli Emperor: l’acquisto è obbligatorio.
Matteo Bovio

Tracklist
01. I Am The Black Wizards
02. Wrath Of The Tyrant
03. Night Of The Graveless Souls
04. Cosmic Keys To My Creations & Times

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