Recensione: End Of Skyline [EP]

Di Roberto Gelmi - 31 Gennaio 2015 - 12:00
End Of Skyline [EP]
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2014
Nazione:
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65

Prova di debutto per una giovane band nata in quel di Bari sul finire del 2013 e attiva nell’underground pugliese. Gli End Of Skyline (poetico il moniker) definiscono, il proprio, un “sound moderno e ricco di groove”, che solo con qualche forzatura può essere etichettato come progressive metal. L’attuale line-up del combo prevede: alla chitarra Peppe (ex-Reality Grey, ex-Absolute Terror Field); al basso Danilo (ex-N00b, Reset Twice); alle pelli Alessandro (ex-Psycholies, ex-Insex) e Milly alla voce (ex-Hatemosphere, ex-Asimmetry).
Dopo un po’ di gavetta on stage, nell’estate del 2014 la band registra il suo primo EP, self-titled, presso il Golem Dungeon Studios di Giuseppe Dentamaro. Il risultato sono tre canzoni dai titoli emblematici, nella loro concisione (“rimpovero”, “protezione” e “solo”), e dal breve minutaggio. Vediamoli brevemente.

Reproach” ha un sound diretto e aggressivo, attacca prepotente, con un riff sporco e la voce di Milly a cantare «All I want for me is to be alive». Il brano prosegue catchy, con accordi abrasivi ed elementi stoner e delay. “Protection” inizia in modo ancor più violento, se possibile, in palm mute thrash, e si rivela il brano che regala il maggior groove e un ritmo che incalza l’ascoltatore. Nella seconda parte del pezzo, dopo uno stacco fulmineo, la voce di Milly incanta per un istante mentre il metal tace, poi tutto torna su toni sostenuti. In chiusura, “Alone”, song in 6/8, prende avvio repentinamente e presenta nel prosieguo qualche influsso, volendo, opethiano. I nostri osano qualcosa in più, con un cambio di dinamiche a metà brano e un buon assolo spigoloso di chitarra.

Difficile descrivere oltre la proposta dei pugliesi, bisogna ascoltare per capire la loro identità sonora. Se non mancano i difetti (la produzione merita una correzione di tiro per quanto riguarda il trattamento delle chitarre), con queste premesse gli End Of Skyline hanno comunque le carte in regola per realizzare un full-length dignitoso: i brani presenti nell’EP presentano, infatti, coerenza melodica e sana attitudine metal. Ciò che manca è una personalità solida, ma una base d’originalità è garantita dalla voce di Milly, che mantiene un profilo mediano (che può piacere o meno a seconda dei gusti) senza voler strafare su registri troppo alti e inopportuni, così come dalla scelta, atipica in ambito prog., di non ricorrere all’uso di tastiere. Per ora promossi, speriamo di sentire parlare di loro anche in futuro.

 

Roberto Gelmi (sc. Rhadamanthys)

 

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