Recensione: Engravings Of A Gruesome Epitaph

Di Daniele D'Adamo - 16 Agosto 2012 - 0:00
Engravings Of A Gruesome Epitaph
Band: Eroded
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
74

Chitarra distorta a mo’ di ossa scheletriche consumate. Batteria che si trascina come uno zombie affamato. Voce da rigurgito intestinale. Basso che rimbomba cupamente come fra le tombe di un cimitero.

Gli italiani Eroded, così, immergono in modo corrotto l’old school death nel brodo protozoico black/thrash/death ove si formavano, nel 1984, i Possessed con il loro leggendario demo a tre tracce “Death Metal”, appunto. “Engravings Of A Gruesome Epitaph” è il loro debut-album, dopo due demo (“Banner Of The Unrest Exile”, 2006; “Test The Grace Infliction”, 2007) e una compilation (“Eroded”, 2009).

La vicinanza al mitico combo di Jeff Becerra è innegabile, così come la volontà dei Nostri di risalire la china sino al momento in cui s’è iniziato a parlare di ‘death metal’. Tuttavia, i piemontesi non sono dei semplici cloni dei californiani o, peggio, una sorta di loro cover-band. Al contrario, la piena conoscenza dei dettami stilistici costituenti la struttura del ponte che ha trasportato il thrash in direzione del death fornisce ad essi una base culturale spessa e consistente sulla quale erigere un proprio personale stile. Stile sì mutuato da elementi di non-innovazione ma comunque efficace e dotato di un discreto carattere. I segni distintivi della band di Alessandria si basano, difatti, sulla totale fedeltà ai suoni marci e putrefatti che contraddistinguevano i primi esperimenti di death post-“Death Metal”. Un rigore stilistico che è piuttosto difficile riscontrare, oggi, anche nell’underground più nascosto. Da aggiungersi, in questo caso, a una notevole capacità di creare atmosfere lugubri, oscure, tormentate e malsane. Atmosfere diverse da quelle prettamente maligne e depresse del black metal, evocative invece di sensazioni, stati d’animo e fatti primordiali quali la rabbia, l’angoscia, la morte, il disfacimento, l’inferno della non-esistenza.    

Il mondo narrato da Kalyos con il suo aggressivo, ferale, sofferente growling è una landa arida e desolata, tormentata da un cielo eternamente plumbeo, ove la sopravvivenza è legata solo e soltanto a gesti e pensieri primitivi. Oltre che all’approccio musicale dei tre membri, la buona visionarietà di “Engravings Of A Gruesome Epitaph” si deve a una produzione minimale, grezza, involuta, che riproduce fedelmente il flavour corrotto delle musicassette-demo di trent’anni fa. Questo mood… sepolcrale è forse la caratteristica più apprezzabile dell’album ed è chiaramente frutto di un lavoro sinergico compiuto da Kalyos, Lorenz S. e N.N. I tre, difatti, presentano delle caratteristiche assolutamente standard per il genere ma, messi assieme, riescono a dare una spinta in più a una proposta altrimenti scontata e banale.   

In conseguenza di ciò, peraltro, si dimostrano piuttosto interessanti anche le singole composizioni del platter. Spesso, soprattutto in questi ambiti, le canzoni tendono a somigliarsi soffocate dalla cappa di putridume che le avvolge. Una cappa uniforme e monotona, cui sfuggono tuttavia i tre grazie alla loro capacità di variare ritmi e schemi. Già l’opener, “Murderous Univocity”, risucchia con veemenza l’incauto ascoltatore nel lovecraftiano Maelström con il ritmo elementare ma trascinante di N.N. “Gruesome Textures Of Fire” serra ulteriormente i tempi grazie ai micidiali riff di Lorenz S. che raggiungono il massimo di velocità con “Contrived Abomination (Reward Thy Servants)”. Molto buona, nondimeno, l’ossianica e lugubre “Thousand Cults Of Sterility”; così come il tenebroso mid-tempo di “Psalms Of Hate”.      
   
Nessuna contaminazione, nessun compromesso, nessuna evoluzione: l’old school death metal più vero passa, nel 2012, anche dagli Eroded e dal loro “Engravings Of A Gruesome Epitaph”.

Daniele “dani66” D’Adamo

Discutine sul forum nel topic relativo!

Tracce:
1. Murderous Univocity 4:49     
2. Gruesome Textures Of Fire 4:22     
3. Baptismal Epitaph 4:43     
4. A Light As Corruptor Magma 4:45     
5. Thousand Cults Of Sterility 5:34     
6. Gnostic Wolves 2:30     
7. Ecpyrosis 4:15     
8. Contrived Abomination (Reward Thy Servants) 3:58     
9. Psalms Of Hate 4:17           
    
Durata 39 min.

Formazione:
Kalyos – Voce
Lorenz S. – Chitarra
N.N. – Batteria
 

Ultimi album di Eroded