Recensione: Envoy of Lucifer

Di Alessandro Calvi - 11 Aprile 2008 - 0:00
Envoy of Lucifer
Band: Nifelheim
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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62

A sette anni di distanza dall’ultimo album in studio, tornano i Nifelheim con questo loro attesissimo, e quasi insperato, quarto album. Dopo “Servants of Darkness” del 2000 si era infatti persa un po’ di vista questa storica formazione, una compilation di brani storici per i 13 anni del gruppo e uno Split Ep con i brasiliani Vulcano sembravano lanciare il messaggio che il combo si trovasse in cattive acque. Con questo “Envoy of Lucifer” i Nifelheim dimostrano invece di godere di ottima salute e che per loro non è passato neanche un anno dal loro debutto nel 1994.

Letteralmente non è passato neanche un anno, perché questo album è un vero e proprio tuffo nel passato agli albori del black metal svedese. Chitarre indiavolate macinano riff a ripetizione con l’ossessività di una motosega mentre la batteria è un vero e proprio rullo compressore. Certo, qualche concessione alla modernità viene fatta, e riguarda principalmente la produzione che, per quanto appositamente sporcata, rimane comunque di buon livello e lontana anni luce dalle prime perle del movimento black.
Tutti i brani si fan seguire ed ascoltare molto bene senza mai lasciare respiro all’ascoltatore, ma al contempo senza mai annoiarlo con un muro sonoro pedissequo e identico a se stesso. Le tracce si mantengono sempre su ritmi molto alti. La ricerca della melodia è, però, sempre presente e nel song-writing è impossibile non notare in più punti un’attitudine che strizza l’occhio al thrash. Elemento questo che contribuisce a una migliore fruizione di tutto il disco grazie soprattutto ai vari assoli che spezzano il ronzio delle chitarre rendendo più vario il sound della band.
Fa eccezione, discostandosi dalla precedente descrizione, la settima traccia. “Evil Is Eternal” è una canzone che gira tutta attorno agli stessi 3 accordi e con 2 riff in croce, sopra a un tappeto ritmico sempre pressoché identico ed estremamente marcato. Il risultato è un po’ strano e al primo ascolto anche non molto piacevole, di sicuro però risulta interessante e curioso dal punto di vista strettamente musicale.
Meritevole di menzione anche la conclusiva “No More Life”, indubbiamente una delle canzoni che più prendono e coinvolgono l’ascoltatore tra quelle presenti in quest’album.

In conclusione un gradito ritorno di una band storica che negli ultimi anni avevamo un po’ perso di vista. Questo quarto disco ci restituisce dei Nifelheim in buona forma, autori di canzoni che faran sicuramente felici gli appassionati della prima ora del black-thrash metal svedese più puro e incontaminato.

Tracklist:
01 Infernal Flame of Destruction
02 Evocation of the End
03 Gates of Damnation
04 Claws of Death
05 Storm of the Reaper
06 Envoy of Lucifer
07 Evil Is Eternal
08 Raging Flames
09 Belial’s Prey
10 No More Life

Alex “Engash-Krul” Calvi

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