Recensione: Episode II: Danger Zone

Di Francesco Prussi - 16 Gennaio 2003 - 0:00
Episode II: Danger Zone
Band: Promised Lie
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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75

Ascoltare i Promised Lie è stata un piacevole sorpresa, soprattutto per quanto riguarda il sound proveniente da influenze che non sono il solito power sinfonico che tanti proseliti ha fatto in Italia (apprezzo il genere, ma di idee nuove ultimamente non se ne sentono). La band si forma nel 1996 a Verona, dall’incontro di quattro giovani ragazzi che riversano nella loro musica le loro preferenze musicali, che vanno dai Police ai Toto, passando per Led Zeppelin, Aerosmith, Queensryche senza dimenticare i Dream Theater, il tutto condito con spruzzate di funk in stile Extreme che rende l’ascolto abbastanza fresco e piacevole. Dalla loro musica, questa varietà di stili, emerge un caleidoscopio sonoro che rende la loro proposta varia e ricca d’idee. Non siamo al cospetto del ‘capolavoro dei capolavori’, ma sicuramente di una giovane promessa per il futuro senza ombra di dubbio; d’altronde vista la loro giovane età hanno ancora tempo di fare aggiustamenti per migliorare il loro stile. Il loro debutto risale al 2000 su Andromeda Relics e si trattava di un ottimo ep contenente cinque scoppiettanti brani che già lasciavano ben poco da intendere riguardo alla personalità dei ragazzi. Trentacinque minuti di musica intensa e varia nell’ascolto: inizio prog e secondo pezzo in stile funk con un buon solo di chitarra ed altri tre pezzi ben congegnati e strutturati. Con Episode II, datato 2002, il gruppo fa un notevole salto in avanti per quanto riguarda il songwriting, con pezzi più curati rispetto al già buon esordio.Nove pezzi compongono l’album che viene aperto da Q9, con gli strumenti che sembrano cercare l’accordo giusto per iniziare e quando lo trovano lo fanno nel modo migliore sviluppando il brano in un potente hard-rock con qualche venatura progressiva dettata da qualche passaggino d’effetto. I Promised Lie hanno capito perfettamente che una buona canzone può essere suonata con la giusta tecnica che viene messa al servizio del pezzo per renderlo coinvolgente al punto giusto e non annoiare chi ascolta. Il secondo pezzo Call It Life è un pezzo molto particolare e atmosferico, non facile da descrivere a parole (brano che all’inizio non mi ha coinvolto particolarmente, ma è cresciuto con l’ascolto). E’ un pezzo molto vario con arrangiamenti moderni e alcuni passaggi quasi psichedelici: grande prova del singer. Con Supperman si cambia totalmente tono, passando ad un brano hard-rock dall’atmosfera Ottantiana con coretti che mi ricordano i Van Halen dei tempi d’oro. Il terzo brano, Me and the Turtle è pervaso da un bel groove-funk. Sometimes It Hurts, brano successivo è una ballad molto bella con la voce ben in evidenza. The Show Goes On è una buona rock song con un ritornello cantabile che però manca in mordente. Pezzo che prelude alla cover del disco, ovverosia Operation Mindcrime di Quensrychiana memoria, in una versione sì personale, ma che non snatura la versione originale. I ragazzi reggono abbastanza bene il confronto con la grande band Americana, ne esce vincente anche per la buona prova del singer molto dotato vocalmente. L’ottava traccia è la versione acustica di Prodigal Song, presente sul disco d’esordio in una versione molto più dura. Pezzo stupendo, dalle atmosfere molto jazzate e con la band che sfodera una prova notevole (il brano che preferisco dell’intero cd). Sunset è una breve song di sola chitarra acustica, messa in chiusura di quest’ottimo dischetto.Quartetto di talento e molto dotato tecnicamente che mette passione ed entusiasmo nella voglia di fare musica. Spero che i ragazzi riescano a continuare ed a sviluppare maggiormente la loro arte; a volte si dice che i talenti non ci sono, non è vero bisogna cercarli nella direzione giusta non solo dalla parte del trend che vende di più.

Consiglio a chi ama queste sonorità e vuole scoprire un buon gruppo di visitare il loro sito, sentire i loro brani e contattare l’Andromeda Records per accapararsi il disco.

Complimenti anche all’Andromeda per averli scovati.

Franco

Formazione

Gianluca- Guitar

Marco-Voice

Lucio-Bass

Gianni-Drums

Track List

Q9

Call It Life

Supperman

Me And The Turtle

Sometimes It Hurts

The Show Goes On

O:M

Prodigal Song

Sunset

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