Recensione: Escape

Di Matteo Bovio - 12 Aprile 2002 - 0:00
Escape
Band: Ram-Zet
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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80

Un lavoro pazzo: pazzo nelle idee, pazzo nei contenuti, pazzo anche nella realizzazione. I Ram-Zet escono da qualsiasi schema fino ad oggi conosciuto ed immaginato di suonare metal, per dar vita ad un lavoro geniale e imprevedibile come pochi altri. I territori che Escape esplora sono veramente una moltitudine: black metal, gothic, industrial, psichedelia e anche, perchè no, pop. C’è di tutto e di più, amalgamato in maniera quasi perfetta.

Stupefacente pensare che il gruppo provenga dalla Norvegia, terra che ha ospitato i gruppi più classicamente Black, che ha visto nascere questo genere; e che oggi a quanto pare sforna quelle band che potrebbero indicare il futuro di un genere che altrimenti potrebbe collassare su sè stesso. Così come sono sempre contento nell’ascoltare band fortemente ancorate alla tradizione, lo sono allo stesso modo quando una proposta è veramente innovativa, e non già copia di qualche pseudo avanguardia.

Eclipse si snoda attraverso 8 tracce molto lunghe, per un totale di più di 60 minuti di musica: altro punto a favore della band, vista la tendenza dominante a produrre Cd sempre più corti. E che vi piacciano o no, di una cosa dovrete dargli atto: di non essere ripetitivi. Il primo ascolto del Cd sarà sicuramente ostico, ma regala una sensazione del tutto esaltante: una volta che avrete capito minimamente di cosa si tratta, vi ritroverete ad aspettare con ansia i secondi successivi del brano, curiosi di conoscere la successiva follia.

E’ sconcertante l’intelligenza nell’utilizzo di ogni singolo strumento, in particolar modo delle tastiere: pur non essendo queste le vere protagoniste, sanno creare atmosfere particolari oppure rimanere in semplice sottofondo, ma in maniera sempre personale. Lo stesso per la sezione ritmica, che passa senza problemi da parti abbastanza veloci, ad altre speed ma anche a partiture progressive.

In una stessa canzone si può passare in un attimo dallo screaming di Zet, a parti dove spadroneggia la suadente voce di Sfinx e subito dopo magari ad uno stacco drum’n’bass: tutto è possibile nel mondo dei Ram-Zet. Assolutamente da segnalare “The Seeker”, brano che pur nella sua lunghezza riesce a non annoiare mai: credo che sia l’esempio perfetto di come a mio parere dovrebbe suonare il Cd intero. Questo senza nulla togliere agli altri brani, dei quali nessuno è sottotono o noioso.

Andare oltre nel descrivere a parole qualcosa di così complesso è inutile. Ascoltatelo assolutamente perchè credo sia la cosa più pazzesca uscita negli ultimi mesi; non so e non voglio sapere se questo sarà il futuro del metal estremo, so solo che nel presente progetti come questo meritano tutto il mio rispetto.
Matteo Bovio

Tracklist
01. R.I.P.
02. Queen
03. The Claustrophobic Journey
04. Sound Of Tranquillity Peace?
05. The Seeker
06. Pray
07. I’m Not Dead
08. The Moment She Died

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