Recensione: Eternal Empire

Di Nicola Furlan - 13 Luglio 2008 - 0:00
Eternal Empire
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Genere:
Anno: 2008
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60

Gli Human Fortress arrivano da Hannover ed “Eternal Empire” è il terzo studio album della loro carriera, il secondo via Massacre Records. La label li aveva già infatti messi sotto contratto per la release del precendete disco “Defenders of the Crown“, uscito nel 2003.

La domanda che sorge spontanea ascoltando gli Human Fortress è se anch’essi facciano parte di quella corrente che predilige il power con forti influenze progressive. Se, per rispondere a questa domanda, ci si dovesse basare sull’ascolto del nuovo disco, “Eternal Empire”, allora si tratterebbe di una risposta positiva. Altrettanto infatti non si potrebbe dire dei due precedenti, ma sono capitoli che non analizzeremo in questa sede.

Per citare almeno qualcuno dei gruppi più significativi del genere, cui gli Human Fortress si sono ispirati, si prendano in considerazione gli ultimi Symphony X. Si pensi, a tal proposito, all’influenza che Russell Allen dei Symphnony X ha sull’espressività del cantante, oppure alle melodie e ai suoni à la Romeo (chitarrista dei Symphnony X) il cui flavour è in parte ripreso anche dagli stessi Human Fortress. Sia ben inteso che, nel caso, la componente epica prevale notevolmente rispetto a quella progressive. Cosa contraddistingue quindi questo “Eternal Empire” dal resto dei gruppi che suonano questo tipo di power?
I tratti peculiari degli Human Fortress sono fondamentalmente due. Il primo è da identificarsi nel continuo alternarsi di parti aggressive e melodiche, grazie al quale si creano atmosfere musicali particolari e strutturate. Il secondo è il giocoso utilizzo di sonorità epico-folkeggianti, che sfumano i brani, conferendo un tocco di originalità a ognuno di essi. Tuttavia, non si può dire che la band colpisca per capacità stilistico-compositiva. I tratti progressive, infatti, non sono mai troppo decisi e articolati, come invece dovrebbero essere, e quelli power sono troppo poco rievocativi ed epici.

Sebbene i brani dell’album mettano in evidenza la qualità della band proponendo interessanti spunti musicali, purtroppo il materiale risulta, a tratti, statico e ripetitivo, non di rado scontato. Infatti, i passaggi dai tratti più melodici dello stile power a quelli più potenti e strutturati del progressive appaiono poco fluidi, mal connessi. Stesso discorso vale per le linee vocali che, sebbene apprezzabili, non sono state ben incastonate nel songwriting strumentale. Infatti il modo di cantare appare spesso eccessivo per aggressività e rabbia, senza che ci sia un supporto idoneo che funga da sfondo. Il cantante, altresì, non sembra capace di amalgamare al punto giusto ritornelli e strofe delle canzoni. In queste ultime, inoltre, dovrebbe poter emergere un cantato maggiormente pulito e potente.
A voler cercare un punto forte del disco si potrebbe svolgere un’osservazione in merito alla parte della sezione ritmica power oriented adottata dalla band: questa, infatti, sembra essere quella interpretata nella maniera migliore.

Concludendo: sebbene ci siano da limare dei tratti spigolosi, c’è da affermare che la prestazione dietro al microfono di Carsten Frank, gli stacchi power e le sezioni ritmiche al basso per mano di Pablo J. Tammen sono certamente il fiore all’occhiello di un disco con il quale gli Human Fortress si collocano nella realtà musicale europea con discrete prospettive di miglioramento.
È passato un pò di tempo dagli esordi, ma rimettersi in careggiata con un album come “Eternal Empire” permette alla band di guardare all’orizzonte con positività. Dato l’orientamento stilistico adottato di strada da percorrere ne resta ancora molta, ma le premesse per arrivare lontano potrebbero esser scritte in questi nuovi pezzi.

Nicola Furlan

Tracklist:
01 Contrast  
02 Borders Of Insanity  
03 The Wizard  
04 The Raven  
05 When Love And Hate Collide  
06 Under The Spell  
07 Lions Den  
08 Circle Of Flames  
09 Falling Leaves

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