Recensione: Event Horizon

Di Matteo Di Leo - 28 Dicembre 2012 - 0:00
Event Horizon
Band: As The Sun
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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50

Sentirsi isolati, distanti e irraggiungibili. Come il Sole. La stella madre posta lì in alto a vegliare e proteggerci, lontana e inaccessibile per definizione ma per la cui ideale conquista tuttavia dedicare anima e corpo, ben consapevoli che sono gli sforzi fatti per arrivarvi la vera vittoria, un processo di crescita e progresso che permette di volta in volta di spostare un po’ più in là i nostri limiti.

Questo il pensiero di fondo che muove gli As The Sun, quintetto nato nel 2008 e giunto oggi all’esordio sulla lunga distanza con “Event Horizion”, dopo il mini-CD “Foundations” che ha ormai qualche annetto sul groppone. La musica è intesa come strumento atto alla ricerca interiore, la band si fa mezzo per elevarsi e andare oltre la propria condizione e gli schemi imposti. Il viaggio spaziale è altresì la metafora che viene utilizzata per dare corpo al concept narrato attraverso le undici tracce del disco, il cammino stelle e pericolosi avvicinamenti ai buchi neri che in realtà cela un percorso evolutivo personale e interiore. Purtroppo per questi ragazzi veneziani la strada è ancora molto lunga e tortuosa, date le tante lacune presenti nell’album. Ma questa è solo la prima tappa e poi non è forse vero che tanto più difficile l’impresa, tanto maggiori saranno le soddisfazioni che darà il suo coronamento?

Musicalmente gli As The Sun abbinano due tra i generi più amati nell’ambiente estremo, vale a dire il death metal sia di estrazione statunitense che europea con l’hardcore. Metalcore quindi, ma inteso senso che tale sostantivo aveva nei primissimi anni novanta con artisti del calibro di Hatebreed, Earth Crisis e Converge, il tutto comunque filtrato dal gusto personale e suonato in modo tale da non risultare anacronistico e lontano dal tempo cui ci troviamo. Sono purtroppo altri i problemi del platter. Innanzitutto la grande maggioranza delle canzoni prese singolarmente è di qualità insufficiente e non all’altezza delle potenzialità dei musicisti. Se, infatti, appaiono evidenti le capacità di ognuno dei componenti, queste non sono adeguatamente sfruttate per creare brani che rimangano nella memoria. L’omogeneità dei pezzi sfocia in un’eccessiva staticità stilistica, effetto che viene ampliato dalla prestazione tecnicamente impeccabile ma eccessivamente monocorde di Fabio dietro al microfono.  Inoltre la produzione non è all’altezza degli standard odierni: il suono è ovattato, le frequenze basse sono quasi inesistenti, le chitarre colpevolmente schiacciate da voce e batteria e proprio il suono scelto per quest’ultima è la pecca principale della registrazione che, complice pure il turbinio frenetico delle bacchette di Cesco, sembra una mitragliatrice impazzita. Tra le note positive invece va rimarcata la prestazione maiuscola delle sei corde di Ale e Dario, veramente ispirati sia in fase sia ritmica che solista, con un particolare gusto per le armonizzazioni e i soli che non di rado rimandano al metal più classico.

Un brano come “Memories Of Light” dovrebbe essere preso quale caposaldo da cui ripartire per gli As The Sun in virtù di una maggiore freschezza e varietà compositiva che si sposa con una melodia maggiormente accentuata che riesce a smarcarsi dall’assalto all’‘arma bianca’ (è proprio il caso di dirlo vista la veste grafica del disco) imperante per la durata totale del lavoro. Per il resto, l’album offre poche altre note veramente convincenti e la band pare affidarsi al solo stacco improvviso e successiva ripartenza dopo qualche secondo di quiete quale espediente per spezzare le canzoni e variegarle.

Possiamo quindi parlare di una ‘falsa partenza’ per gli As The Sun, ma i ragazzi non demordano poiché le qualità personali intraviste in “Event Horizon” fanno sperare in un futuro più roseo, se queste ovviamente riusciranno a essere sfruttate appieno dai ragazzi nei lavori a venire.

Matteo Di Leo

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Tracce:
1. The Redshift 2:18
2. Outer Silence 3:30
3. Memories Of Light 4:19
4. Gravity 2:07
5. Surfacing 3:14
6. Observing The End 4:32
7. Bridges 4:24
8. Twin Suns 3:27
9. Deep Field 4:48
10. Eyes Burn 2:28
11. The Blueshift 5:45

Durata 41 min.

Formazione:
Fabio – Voce
Dario – Chitarra
Ale – Chitarra
Cinci – Basso
Cesco – Batteria
 

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