Recensione: Evercircle

Di Roberto Gallerani - 18 Luglio 2009 - 0:00
Evercircle

I Saidian raggiungono il traguardo del terzo album in studio, dando alla luce questo nuovo Evercircle. Chiariamo subito che, per chi già conoscesse la band, la loro proposta non cambia di una virgola rispetto a quanto già mostrato con i precedenti album (in particolare nell’ottimo debutto …For Those Who Walk The Path Forlorn), ovvero un power metal estremamente melodico, a metà strada tra Stratovarius, per il costante uso delle tastiere e per i suoni da esse utilizzati, e Edguy per i chorus sempre con melodie immediate e di facile presa (ovviamente con le dovute proporzioni).
Alla voce troviamo il sempre brillante Markus Engelfried che non perde occasione di mostrare la sua grande estensione vocale unita comunque ha una buna interpretazione. Padrone della scena è sempre Markus Bohr alle tastiere, che impreziosisce il suono della band senza per questo oscurare (come era capitato nel precedente Phoenix) l’onesto lavoro alla sei corde di Rodrigo Blattert. Sempre piacevole è il lavoro di batteria del buon Bernd Heining.

Tecnicamente questo nuovo Evercircle non ha niente fuori posto: al suo interno vi sono brani che grazie a buone melodie unite a un’ottima cura degli arrangiamenti si fanno ascoltare piacevolmente e scorrono via con scioltezza. Un power melodico e cristallino, infarcito di tastiere e voci pulite, suonato con perizia e che mette in mostra un buon songwriting da parte dei Saidian.
Ciò che però mi lascia l’amaro in bocca è che questa band (secondo me dalle enormi potenzialità) ancora non tenta di osare, anche un minimo; non sono riuscito a cogliere un tentativo di, non dico variare, ma quanto meno arricchire il loro sound anche con l’esperienza acquisita negli ultimi anni. Questa staticità compositiva porta purtroppo a non aver voglia di riascoltare questo album più di due o tre volte.

Come si diceva precedentemente vi sono brani di ottima fattura, soprattutto nella prima parte dell’album: è questo il caso dell’opener Out Of The Shadows, canzone potente che apre in modo egregio le danze, con le tastiere a ricamare imponenti orchestrazioni e tappeti che accompagnano un ottimo Engelfried dietro al microfono. Toccante è la melodia del chorus di Solomon’s Dance, caratterizzata da una strofa lenta e “oscura” che si apre in un semplice ma bellissimo chorus.
Come non citare anche la ballad davvero commovente Once In My Dreams, forse il capitolo migliore di tutto il lavoro insieme a Stroke Of Genius, brani dove i Saidian mettono in mostra quelle capacità che se unite ad una maggior voglia di osare porterebbero questa band ad un livello sicuramente più alto.
Interessante è anche la lunga Moonlight’s Calling, brano che richiama alla memoria il primo capitolo del progetto Avantasia: velocità, doppia cassa, chitarre veloci che accompagnano voci alte e pulite che si intrecciano con grandi cori. Infine è doveroso sottolineare l’intro strumentale di Sign In The Sky, dove i nostri sfornano una prova di assoluta bravura e di gran gusto!
Attorno a questi brani vi sono i restanti brani che, ripeto, non hanno niente che non funzionano ma semplicemente ripropongono all’infinito la stessa ricetta che i nostri propongono sin dal primo album che melodie molto simili.

In sostanza non mi sento di bocciare questo album, anzi lo ritengo un onesto album di power metal suonato bene da musicisti di prima classe. È sicuramente un lavoro che gli amanti sfegatati del genere possono fare tranquillamente loro in quanto qui dentro troveranno proprio quello che questa fetta di pubblico sta cercando.
Sicuramente, complice anche l’ottima produzione, hanno migliorato il tiro rispetto al precedente Phoenix, complessivamente le canzoni convincono con alcuni capitoli di buon livello. Per quanto mi riguarda, non posso far altro che prendere atto del fatto che il famoso salto di qualità che attendevo da questa band forse mai arriverà, e forse a loro va bene così.
In ogni caso, bentornati!

Roberto “Van Helsing” Gallerani

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Tracklist:
1. Out Of The Shadows
2. Tokyo
3. Solomon’s Dance
4. Once In My Dreams
5. Pale Moon Rider
6. Stroke Of Genius
7. Moonlight’s Calling
8. Sign In The Sky
9. The Princess
10. Halos For Everyone