Recensione: Evidence Of Inequity

Di Alberto Fittarelli - 22 Dicembre 2006 - 0:00
Evidence Of Inequity
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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88

Il brutal tecnico è un genere estremamente versatile, aperto a mille
contaminazioni per chi abbia il coraggio ed il talento per sperimentare: lo
hanno dimostrato diversi ottimi gruppi, aprendo ciascuno la propria via per
nuovi tentativi.

Tra i debuttanti in questo filone, sorprese vere e proprie, dobbiamo
annoverare anche questi giovani canadesi: i Beneath The Massacre già al
primo MCD buttano sul mercato una delle opere immancabili per qualsiasi
appassionato che si rispetti. Il binario scelto è quello dei Necrophagist
di Onset of Putrefaction, ma con una grossa percentuale di suono
industrial (del tutto umano, nessun intervento campionato), che si risolve in
riff stoppati di grandissimo effetto, ripetuti ossessivamente ed inseriti nel
tappeto ultratecnico del gruppo.

Già la prima Comforting Prejudice mostra la commistione tra gli
elementi che contraddistingue il combo, con queste derivazioni modern thrash
velocizzate e brutalizzate a fare da supporto alle evoluzioni chitarristiche
‘progressive’ già mostrate dal citato gruppo tedesco. È però la successiva Profitable
Killcount
a rendere al meglio la novità del loro suono, non certo una
sterile riproposizione di stilemi come spesso capita in tutti i generi metal,
non ultimo lo stesso brutal; per concludere con l’ossessiva Nevermore,
forse la più feroce, ma anche la più strutturata, con un finale che ricorda da
vicino certi Meshuggah di Chaosphere. La ricerca, la voglia di
andare oltre sono indubbiamente alla base di un prodotto che ha tutte le carte
in regola per diventare un vero e proprio “culto” nell’underground, in
attesa dell’imminente full-length.

Cinque brani, non uno sterile e fine a se stesso: cinque martellate di metal
intelligente, elaborato e tra i più brutali in circolazione: se gli ultimi Cryptopsy,
a cui i BTM vengono a volte superficialmente paragonati (si sa, brutal band
tecnica canadese… il paragone è automatico. E sbagliato), suonassero davvero
così ci sarebbe davvero da gridare al miracolo. Loro non hanno la grancassa
promozionale di una grande etichetta, ma tutte le carte in regola per diventare
la nuova ‘big thing’ del brutal death.

Alberto ‘Hellbound’ Fittarelli

Tracklist:

1. Comforting Prejudice 02:32 [MP3]
2. Profitable Killcount 03:21 [MP3]
3. Totalitarian Hypnosis 03:04
4. Regurgitated Lullaby For The Born Dead 04:00
5. Nevermore 04:06

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