Recensione: Evil

Di Alessandro Calvi - 11 Maggio 2002 - 0:00
Evil
Band: Time Machine
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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83

Evil, è questo il titolo dell’ultimo disco dei Time Machine, band italiana che ormai non ha più bisogno di essere presentata dato lo spazio che si è saputa conquistare nel corso degli anni nella scena prog mondiale.

Ma cominciamo subito a parlare del disco. La nuova opera dei Time Machine è un disco piuttosto complesso e si tratta, diciamolo subito, di un concept album. Tutto prende le mosse dai libri di Valerio Evangelisti, scrittore italiano di Fantascienza, considerato ormai uno dei maestri mondiali del genere. Il protagonista dei suoi libri è Nicholas Eymerich, inquisitore domenicano di origine spagnola realmente esistito nel medioevo. La caratteristica fondamentale dei romanzi di Evangelisti è quella di presentare vicende diverse, su piani temporali e dimensionali diversi, che si intrecciano tra di loro. Tutte però prendono inizio dalle vicende narrate nel medioevo e con protagonista l’inquisitore Eymerich che in questo modo sembra quasi allungare la sua ombra lungo i secoli, fino ai nostri giorni e oltre. Proprio da questa idea prende spunto il disco dei Time Machine. La storia che sta dietro al disco è che la battaglia finale tra paradiso e inferno sia alle porte e il male, il diavolo stia corrompendo le anime degli uomini usando anche internet e che stia moltiplicando le guerre nel mondo per ottenere più anime al più presto possibile. Per fermarlo Dio resuscita Eymerich ai giorni nostri. Da questo incipit prende forma il disco dei Time Machine.

Un bel disco aggiungerei, in cui i Time Machine sono riusciti a fondere molto bene un metal più pesante di quello che suonano di solito, i loro passaggi e fraseggi prog e melodie orchestrali come nei passaggi di organo. Le canzoni sono gradevoli e il cantato volutamente piuttosto semplice permette a tutti di imparare e cantare subito tutte le canzoni con ritornelli che si ricordano facilmente come nel caso di Where’s My Heaven, Eyes of Fire (una delle mie canzoni preferite di tutto il disco) o Hailing Souls.
Una parola particolare merita sicuramente Ecclesia Spiritualis, forse la canzone più bella del disco, un brano strumentale che ci permette di gustarci la tecnica di questo gruppo, non c’è dubbio che i Time Machine sappiano suonare mi pare, e che rende appieno i vari stili che si posono trovare perfettamente miscelati insieme in questo album. C’è la parte prog che è un po’ l’anima del gruppo e che sulle canzoni normali di solito viene fuori negli assoli, c’è una parte metal più pesante che insieme agli inserti strumentali e dell’organo riescono a restituirci al meglio le atmosfere dei libri di Eymerich.

Caso molto raro questo disco che anche nei testi è riuscito a non tradire mai lo spunto da cui ha preso vita, consigliato agli estimatori del prog, a chi piace anche il power, a chi ha mai letto un libro di Eymerich e a chi non ne ha mai letto uno perchè così avrà una buona colonna sonora per cominciare a leggere il primo, infine consigliato a chi gli piace della buona musica.

Tracklist:
01 Gerona
02 Where’s My Heaven
03 Army of the Dead
04 Eyes of Fire
05 Ecclesia Spiritualis
06 Neghentropia
07 Evil Lies
08 Angel of Death
09 Hailing Souls
10 Silent Bells

Alex “Engash-Krul” Calvi

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