Recensione: Evil days

Di Claudio Casero - 21 Agosto 2007 - 0:00
Evil days
Band: Heel
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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61

Gli Heel, nascono dall’idea di David Henriksson (già vocalist degli Insania Stockholm) e Marcus Elisson; il nome della band nasce appunto dalle prime due lettere dei cognomi dei due membri fondatori (He-El). Il loro primo lavoro in studio, intitolato “Evil days” è stato registrato nei Finnvox Studios, gli stessi studi di registrazione dove hanno lavorato band come Stratovarius e Masterplan.

Promette bene già dalle prime note di “Heel” questo lavoro che prende alcune caratteristiche dal progressive senza però scostarsi troppo dal power metal propriamente detto; le dita scorrono veloci sui tasti della tastiera che riesce a creare un’atmosfera piacevole e un tappeto musicale su cui si possono adagiare gli altri strumenti. La voce di David non denota pecche particolari e risulta convincente in ogni momento.
Purtroppo però questo momento piacevole dura ben poco; già con le seguenti “Blood Sacrifice” e “Evil days” la qualità del lavoro diminuisce notevolmente, non tanto per quanto concerne la struttura musicale dei brani, ma soprattutto per quel che riguarda il vocalist che perde mordente poco per volta, riuscendo a diventare banale e piatto nel cantato non riuscendo a sprigionare l’energia necessaria.
Con “Paradise” e “No longer in darkness” si risollevano leggermente le sorti del platter grazie ad una rinnovata carica fornita principalmente da riff di chitarra granitici e potenti anche se abbastanza ovvi e banali e ai cori studiati in maniera più che buona. Gli Heel prendono spunto da una parte dai Narnia e dall’altra dagli Stratovarius ottenendo così due brani più che accettabili ma molto poveri di personalità.
Cambiamo completamente genere con “Stay”, buon brano di heavy metal classico che riprende alcune sonorità di Ronnie James Dio dei vecchi tempi, con le debite distanze ovviamente, a causa della voce di David che non riesce mai a convincere appieno.

Scorrono così senza infamia e senza lode i 50 minuti della durata del platter che, purtroppo, non riesce ad esaltare più di tanto; nel complesso il cd mi è sembrato un insieme di buone idee sviluppate però in maniera approssimativa e quindi non particolarmente apprezzabili. Sicuramente un maggior studio delle linee vocali, che sono il lato più limitativo di tutto il lavoro, renderebbe più apprezzabile il tutto. Manca quindi qualcosa che differenzia un lavoro accettabile da un ottimo cd ricco di energia e potenza.

TRACKLIST:
1. Heel
2. Blood Sacrifice
3. Evil Days
4. Paradise
5. Turn Your Back On Me
6. No Longer In Darkness
7. Stay
8. Take Your Way
9. Northern Light
10. Can’t Love Everyone
11. Always

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61