Recensione: Evinta

Di Matteo Concu - 30 Dicembre 2011 - 0:00
Evinta
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Anno: 2011
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75

Si vede che nella triade inglese dark/doom di inizio anni 90 deve esserci un vero e proprio legame musicale perché, dopo gli Anathema con “Hindsight” e con il nuovo “Falling Deeper”, anche i My Dying Bride con “Evinta”, si sono fatti prendere dalla smania di proporre un disco contenente i vecchi classici, suonati in versione dark sinfonica. A differenza degli Anathema però, che hanno cambiato radicalmente il sound degli episodi della loro discografia, i nostri prendono e smontano tutto, creando nuove composizioni. I vecchi pezzi vengono citati sia musicalmente che liricamente utilizzandone solo qualche passo. Non mi stupirei se anche ai Paradise Lost venisse un’idea del genere.

Ma torniamo a parlare di “Evinta”. Bene, per questo disco, oltre alla nota voce di Aaron, troviamo un soprano, tale Lucie Roche, e il tastierista dei Bal-Sagoth  Johnny Maudling, che collaborò con la band già ai tempi di “The Dreadful Hours”.
Nove composizioni lunghissime – il brano più corto supera i 6 minuti – dove violini, tastiere e piano la fanno da padrone, creando un’atmosfera opprimente e scura, come da tradizione MDB. In parte l’intento, ovvero quello trasporre la musica dei nostri in chiave sinfonica, mantenendone il mood e le atmosfere, è riuscito: il disco trascina l’ascoltatore in un oscuro vortice senza speranza; l’unica cosa da fare è lasciarsi andare e cadere.

Ovviamente all’inizio rimarrete abbastanza sorpresi, poiché il suono della band appare stravolto e occorrono diversi ascolti perché lo si possa capire e apprezzare; la durata considerevole (quasi 90 minuti) non aiuta di certo ad approfondire la conoscenza del cd, tanto che solo i più tenaci riusciranno a cogliere le varie sfumature dell’opera. Probabilmente una maggior scrematura avrebbe aiutato a rendere il lavoro più leggero e accessibile, perché, come avrete intuito, arrivare alla fine è impresa ardua. Il disco sa comunque regalare molti momenti interessanti e le varie citazioni ci riportano in mente i vecchi brani del gruppo, quasi come fossero delle foto del passato, una sorta di racconto della loro storia musicale. All’ascolto bisognerebbe tener conto anche di questo aspetto dell’opera, ossia la volontà dei Nostri di citare le vecchie song, come accade ad esempio con la quarta traccia “The Distance, Busy with Shadows”, nella quale le note del pianoforte intonano le melodie di “For You” presente in “Like Gods the Sun”. Le note di Of Lilies Bent with Tears ci riportano al brano “Your River”. Ciò è evidente quando Aaron canta il verso Hold up the Sun oh, Lord hold up the sun. L’intreccio vocale finale ci richiama alla mente “The Sexuality of Bereavment”, mentre la parte musicale cita “My Fallen Angel”. L’inizio di “That Dress And Summer Skin” riprende di pari passo “She is the Dark”, quest’ultima estratta da “The Light at the End of the World”.

In fondo questa uscita è un esperimento, come quelli che si sono potuti sentire in alcuni dischi della discografia del combo, magari sotto forma di bonus-track, mi viene in mente “Le Cerf Malade” presente tra le bonus di “Turn Loose the Swans”.
Oppure possiamo pensare alle sperimentazioni sonore di “34,788 % Complete”. Oltre al classico doom/death/gothic, la band ha sempre mostrato una sorta di “vena sperimentale”, che li ha portati a re-mixare i propri brani, a proporre delle composizioni ambient o anche a coverizzare track distanti dal loro sound, ma vicini come  mood (Roads dei Portishead). Sicuramente, come detto in precedenza, una maggior scrematura e magari una minor lunghezza delle tracce avrebbe favorito la riuscita completa del disco; ciò nonostante non mi sento di bocciarlo, perché rimane un buon lavoro e ed è pur sempre un esperimento. Bisogna pertanto considerare questo “Evinta” come un capitolo a parte della loro discografia, altrimenti non si riuscirebbe ad apprezzarne i contenuti. Consiglio dunque questo disco a chi, per curiosità, vuole scoprire una nuova sfaccettatura del sound dei My Dying Bride, mentre chi vuole il loro classico sound, lo rimando ai dischi “normali” della loro sterminata discografia.

Matteo “mariottide666” Concu

Tracklist:
Disc 1
1. In Your Dark Pavilion                                10:04       
2. You Are Not the One Who Loves Me     06:48       
3. Of Lilies Bent with Tears                         07:11       
4. The Distance, Busy with Shadows       10:47       
5. Of Sorry Eyes in March                             10:34       
     
Disc 2
1. Vanité Triomphante                        12:21       
2. That Dress and Summer Skin     09:39       
3. And Then You Go                             09:22       
4. A Hand of Awful Rewards              10:21    

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