Recensione: Extermination

Di Enzo - 25 Giugno 2005 - 0:00
Extermination
Band: Alltheniko
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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75

Extermination è il secondo lavoro dei piemontesi Alltheniko, e già dalla copertina (non vi ricorda lontanamente quella di “Fear No Evil” dei mitici Grim Reaper?) riusciamo a farci un’idea della musica suonata dalla band, un Heavy Metal grezzo, veloce ma sempre e comunque accattivante grazie anche all’esperienza in fase di songwriting accumulata dal gruppo in questi anni. L’Heavy Metal propostoci dal gruppo è totalmente influenzato dai maestri Iron Maiden e dal sound NWOBHM in generale. A dimostrazione delle influenze da me citate vi è proprio l’opener Trash All Around, che, seppur limitata da una produzione grezza (eppur verace), riesce a mettere in evidenza il grande amore che questa band nutre nei confronti delle sonorità che fecero grandi musicisti del calibro di Iron Maiden, Saxon, Blitzkrieg e compagnia. La buona e poco tecnica voce di Dave si adagia perfettamente con la proposta musicale del combo, andandosi così a snodare su di una costruzione strumentale grezza e potente. Caratterizzata da ritmi più blandi e ricercati è la seguente ed epica Criminal Mind che strizza l’occhio alle atmosfere che tanto care furono ad act del calibro di Angel Witch, infatti il brano, cupo nel suo incedere, fa del suo punto di forza proprio quelle atmosfere che furono il marchio artistico del maestro Kevin Heybourne. Con la seguente e tipicamente NWOBHM oriented Coming Son si torna ad un Iron Maiden sound grezzo e diretto. Il brano, caratterizzato da una buona prestazione collettiva del gruppo, si snoda su tematiche semplici eppur cariche di pathos. Nella seguente Dead Brain fa capolino un certo US-Metal sound che fa il verso addirittura agli Annihilator (Never Neverland era) mentre è quasi un tributo al mitico David Wayne la seguente e splendida The Silent Priest, brano caratterizzato da un muro sonoro compatto e possente messo su dai riff granitici ed impetuosi che resero grandi, al tempo, dischi come “The Dark” e “Digital Dictator”. Si ritorna sulle cavalcate metalliche che hanno reso immortali band come Saxon ed Iron Maiden nella closer We Will Fight, fulminante fast song che va a porre la parola fine ad un disco molto buono e, mi preme sottolinearlo, molto sincero.

In realtà troverete anche un altro brano (nascosto) nel disco, una simpaticissima presentazione della band sulle note di “When the saints go marching in”.
Penso che una produzione più accurata, un perfezionamento tecnico collettivo ed un singer che si concentri più nel migliorare la sua voce sulla linea del cantato apparso su song come Trash All Around e Criminal Mind, possa rendere gli Alltheniko davvero una nuova ed interessante realtà nella scena nazionale, ma, per ora, va bene così.
Vincenzo Ferrara

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