Recensione: Extreme Conditions Demand Extreme Responses

Di Nicola Furlan - 10 Settembre 2007 - 0:00
Extreme Conditions Demand Extreme Responses
Band: Brutal Truth
Etichetta:
Genere:
Anno: 1992
Nazione:
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85

“Extreme Conditions Demand Extreme Responses” è il full-length d’esordio di una band che ha costituito – e costituì soprattutto al tempo – un punto fermo della scena grindcore mondiale. Come per altre band anche per Lilker e soci punto d’appoggio fu la Earache Records, famigerata storica label capace di tirare fuori dal cappello magie musicali mai viste prima, che hanno avuto per interpreti band del calibrio di Carcass, Napalm Death, Terrorizer e molte altre.

Due anni dopo il suo debutto, nel 1994 il combo newyorkese rilascerà sotto la supervisione di Digby Pearson (produttore esecutivo e proprietario della label) anche un altro masterpiece del genere come “Need to Control”.

Fermandoci qui con i cenni storici di rito direi di passare in rassegna il disco. Sono sostanzialmente due le osservazioni sostanziali da farsi: una è la filosofia di base da cui è nato il processo compositivo; la seconda è la messa in evidenza di quelle peculiarità tecniche che fanno di “Extreme Conditions Demand Extreme Responses” uno di quei platter capaci di portare alta la bandiera del grindcore e che sarà (a mio modesto parere) per sempre una pietra miliare del genere, nonché un punto di partenza per coloro che oggi orientano nella direzione dell’estremo i propri orizzonti musicali.

Continuerò a ribadire la mia ferma convinzione che dove mette mano Danny Lilker nasce qualcosa. Questo qualcosa ha sempre una componente hardcore più o meno canonica; lo si percepisce nel thrash dei Nuclear Assault, e nell’ hardcore esplosivo dei S.O.D. di Ian e Benante e, per chi li ricorda, negli Exit-13, autori di un grande album nel 1994,“Ethos Musick”.

Il disco in questione è marcio, gutturale e animalesco nelle vocals da far rabbrividire. Devastante nell’incedere di alcuni dei blast-beat più veloci che siano mai stati eseguiti in studio album e, non ultimo, supportato da ritmiche che spaziano tra i mid tempo e momenti di musica possente e serrata. Il songwriting è quindi eccellente, avanguardistico per certi versi e la fortuna di questo modo di comporre sta proprio nel riuscire a toccare tutti i vari aspetti del genere in maniera estrema. Il prodotto musicale che ne esce è ricercato e ben distinguibile anche nel gioco di cori e chorus tra Kevin Sharpe e i campionamenti delle back vocal di Danny Lilker. L’aver poi inserito qua e là assoli che impreziosiscono il tutto costituisce un biglietto da visita che non può lasciare indifferenti.

Si possono ricordare brani come Ill-Neglect, imprescindibile icona grindcore con un gran refrain di importante livello artistico per i suoi blast e per i suoi scream taglienti e il famigerato Collateral Damage, un iper concertato di esplosività sonora, che riporta alla memoria il suo videoclip, forse il più breve della storia, che abbaglia chi lo guarda con la sua cinquantina di immagini in poco più di due secondi.

Concludendo si può affermare che l’importanza storica di “Extreme Conditions Demand Extreme Responses” costituisce un punto fermo per tutto il contemporaneo e il datato post 1992. La band è riuscita e fissare con questo album degli stilemi ancor’oggi punti fermi di un genere mai morto, ma che nel bene o nel male costituisce una delle più violente espressioni della musica estrema quando fusa con l’hardcore. Se non lo avete ascoltato sarebbe il caso di rimediare.

Nicola “nik76” Furlan

Tracklist:

01 P.S.P.I.
02 Birth Of Ignorance
03 Stench Of Profit
04 Ill-Neglect
05 Denial Of Existence
06 Regression / Progression
07 Collateral Damage
08 Time
09 Walking Corpse
10 Monetary Gain
11 Wilt
12 H.O.P.E.
13 Blockhead
14 Anti-Homophobe
15 Unjust Compromise

Line up:

Kevin Sharpe – Voce
Scott Lewis – Batteria
Brent ‘Gum’ McCarty – Chitarra
Danny Lilker – Basso, Voce, Samples
-Guests
: Bill Yurkiewicz, Alicia Non Grata

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