Recensione: Eyes of Soul

Di Matteo Lasagni - 19 Dicembre 2004 - 0:00
Eyes of Soul
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Anno: 2004
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77

Eyes of Soul è la prima fatica discografica dei giovanissimi Eyes of Shiva, band carioca completamente dedita ad un power metal sinfonico e saettante, sulla scia dei loro ben più famosi connazionali Angra. A rafforzare il legame fra le due band c’è anche la presenza nella doppia veste di produttore-tastierista di Fabio Laguna già a sostegno degli stessi Angra nel tour di supporto a Rebirth. I riferimenti a Loureiro e Bittencourt sono onnipresenti, ma la buona vena compositiva dei due axeman Ricardo Gil e Renato Mendes evita preventivamente le possibili accuse di “clonaggio”. Il songwriting è piuttosto vario, ricco di inserti sinfonici, partiture prog e venature etniche, il tutto costruito sopra una solida base power-speed. A completare il quadretto l’ottima prova vocale di Andre Ferrari, davvero bravo in ogni frangente.

Il disco è aperto dalla classica intro preparatoria dal titolo “Essence”, che risulta piacevole e coinvolgente, la giusta rampa di lancio per il primo vero pezzo del cd, “Eagle of the Sun”. Siamo di fronte al più tradizionale dei brani apripista, ovvero una bordata di metallo veloce e melodico, come vuole il trend imperante da sempre in questo genere. La song risulta essere di ottima fattura, con ritmiche travolgenti, un coro di quelli che entrano subito in testa e un finale in crescendo che mette in evidenza la potenza canora del debuttante Ferrari. Si prosegue con “Lampiao”, canzone più varia della precendente, con numerosi cambi di tempo, stop n’ go scanditi da percussioni in pieno stile brasileiro e un refrain discreto anche se un po’ banale. “Psychos of the New Millenium” viaggia sempre su ritmi incalzanti, ma nonostante i bei break corali stenta a prendere quota e scorre via senza lasciare una grande impressione. La successiva “Pride” invece si attesta su livelli d’eccellenza! Classica ballad con attacco piano-voce che esplode in un chorus da favola, dolce e possente allo stesso tempo. Bello anche l’intermezzo di chitarra acustica, breve ma azzeccato. Da apprezzare la scelta di non tirare il pezzo troppo per le lunghe, come purtroppo spesso accade per questo genere di canzoni. Il risultato è uno dei più bei lenti che mi sia capitato di sentire negli ultimi tempi. La seconda metà del cd si apre con la title-track che presenta il volto più raffinato degli Eyes of Shiva, alla ricerca continua di una loro personale interpretazione dell’Angra-pensiero. Il frutto dei loro sforzi è sicuramente apprezzabile e il cd fin’ora si lascia ascoltare molto volentieri. Si continua con due brani simili tra loro: “World Tomorrow” e “Future” sono due power song di buona ispirazione a metà fra prog e speed, con frequenti cambi di tempo e improvvise accelerazioni all’altezza dei refrain, piacevoli e mai troppi scontati. La penultima traccia dell’album è una cover: si tratta del celeberrimo rock melodico di “Alone” che diede agli Heart la consacrazione nella seconda metà degli eighties. Tutto sommato promuovo la scelta, visto che il riadattamento del pezzo risulta convincente e ben amalgato al resto del disco. Effettivamente, arrivato a questo punto del cd, noto, con mio sommo dispiacere, che fin’ora l’unica traccia veramente “sparata” è stata l’iniziale “Eagle of the Sun” e sinceramente sento la mancanza di una dose extra di velocità! Ma per fortuna proprio in chiusura arriva la bomba: “Just a Miracle” è una magnifica symphonic speed metal song. Quando parte la tempesta sonora, quasi non credo alle mie orecchie, il sound è devastante, l’incedere triturante e ogni elemento chiede il massimo al proprio strumento. Visto l’inizio mi aspetto un grande refrain, ed infatti non vengo smentito, perché la linea melodica risulta anche questa volta azzeccata. Ottima track di chiusura che suggella a dovere l’opera prima degli Eyes of Shiva.

Top songs: Essence – Eagle of the Sun – Pride – Just a Miracle. Oltre ai “pezzi forti” però, quello che stupisce è la qualità generale dell’intero album che non registra clamorose cadute di tono. La proposta è fresca, dinamica e ricca di spunti interessanti e in prospettiva gli Eyes of Shiva sono sicuramente una delle band più promettenti della scena power mondiale. La produzione risulta pulita e curata, ma a mio modo di vedere un uso di cori più massicci avrebbe giovato alla maestosità di alcuni refrain (ad esempio “Just a Miracle”), in cui il pur bravo singer da solo stenta a reggere la scena carica di pathos. L’artwork infine è gradevole e ben realizzato e, una volta tanto, i testi delle canzoni sono scritti a caratteri leggibili, al contrario di molti recenti booklet scritti in pseudo-gotico lillipuzziano! 

Tracklist:

1 – Essence (Instrumental)
2 – Eagle of the Sun
3 – Lampião
4 – Psychos of the new millennium
5 – Pride
6 – Eyes of Soul
7 – World Tomorrow
8 – Future
9 – Alone (Heart Cover)
10 – Just a Miracle
11 – Way to Salvation (Bonus Track Japan)

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