Recensione: Fat Totalitarian Metal

Di Enzo - 13 Luglio 2005 - 0:00
Fat Totalitarian Metal
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Anno: 2005
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70

Ragazzi i Fallin Fucking suonano Heavy Metal grezzo, feroce e totalalmente irruento. Ma oltre a questo il demo in questione è anche caratterizzato una profondissima dose di ironia che permea da numerose canzoni del lotto (Extra-Large ne è un esempio a caso), e questa è sicuramente una cosa che non guasta mai. Le intenzioni della band sono pure e semplici e basta girare il disco ed osservare l’immagine presente nel lato posteriore che raffigura un boia intento a decapitare in ordine: la testa di un comune blackster, quella di Axel Rose, quella di un tizio biondo (mi dicono si tratti di tale Alexi Laiho, deduco che molto probabilmente sia un cantante death metal) e quella di una specie di alieno (la testa di uno degli Slipknot, mi suggeriscono dalla regia). Insomma gli intenti della band sono chiari: totalitarismo musicale.
Tornando ad un discorso prettamente sonoro c’è da dire che le doti tecniche del combo viareggino non sono certo elevatissime e la produzione è decisamente (quanto volutamente) grezza e sanguigna ma è un certo carisma di fondo che riesce ad elevare il disco su soglie più che discrete. L’album è totalmente influenzato da un certo US Speed Metal dei tempi che furono, Exciter, Agent Steel, primi Anthrax sembrano essere le “muse” ispiratrigi dei 4 ragazzi. Queste influenze permeano tutte già dall’irruenta violenza dell’ottima opener Anticop e continuano attraverso il tagliente riffing della velocissima Infustonator (che fa il verso agli Exciter di Violence and Force). E’ puro, semplice ed incontaminato US Speed Metal (ricordatele bene queste parole) quello che sprizza dall’ondata di riff assassini della seguente Asskickers mentre sicuramente si rivela la migliore canzone del lotto la seguente I’m Not so Stupid (to Fall in Love) che, complice una ricerca più accurata della costruzione melodica e grazie a riff addirittura più sanguigni ed incisivi, riesce a porsi in una situazione di netto rilievo. Non cala la tensione nemmeno nel seguente blocco di metallo composto dalle decenti Mercyless Death (mitico il suo refrain) ed Extra Large mentre con la successiva Trapped Beyond The City la band si sposta su coordinate sonore più ragionate e meno irruente. Chiude il lavoro A lethal Injection of Metal che rimanda ad antiche memorie “anthraxiane” (meets primo Liege Lord).
In conclusione questo demo si è rivelato essere un lavoro di buona fattura da parte di una band che avrebbe potuto continuare ad allietare con qualche ora di sano Heavy Metal misto ad una buonadose di ironia i nostri ascolti, si, avrebbero potuto perchè attualmente i Fallin Fucking Angel non esistono più.
Le appassionanti, seppur non molto tecniche, doti vocali di Luca Cicero, l’irruente potenza di un buon batterista ed il tutto sommato sufficiente ma carismatico lavoro di chitarra hanno permesso ai FFA di riuscire a realizzare un buon prodotto di puro e semplice US Speed Metal, only for “Heavy metal maniacs”.
Vincenzo Ferrara

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