Recensione: Faustian Dawn (Reissue)

Di Giuseppe Casafina - 16 Ottobre 2016 - 11:33
Faustian Dawn (Reissue)
Band: Demoncy
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2016
Nazione:
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65

Une reissue di tutto rispetto, quella di “Faustian Dawn” dei blacksters statunitensi Demoncy.

La Nuclear War Now! Productions infatti, da sempre attenta alle forme più primordiali e distruttive della musica borchiata per eccellenza, rimette sul mercato quello che è in effetti la prima demotape del diabolico ensemble, uscita originariamente nel lontano 1993.

Curata nel sound e ben rimasterizzata tenendo fede al sound originale, “Faustian Dawn” ci offre uno specchio di quello che significava suonare metallo nero nel 1993 negli Stati Uniti: anno d’oro di ascesa definitiva del black metal scandinavo, erroneamente interpretato da molti come unico e vero ‘Black Metal’, come se il suddetto genere non fosse il proseguimento di un discorso già iniziato nel sottobosco delle sonorità estreme degli anni ’80 e fosse unicamente legato a radici e suoni ben precisi!

Il verbo del Black infatti già allora proliferava da ogni dove nel Mondo ( – a ragione della tesi degli stessi blacksters nordici della prima ora che sostenevano che ogni Paese dovrebbe esprimere una propria versione personale ed autentica del black metal – Nda) e i Demoncy sono stati forse uno degli assoluti prime-movers (se non proprio il primo) del black statunitense, che con questa release mettevano a fuoco il primo vagito della loro disperata ricerca infernale: un suono rigorosamente lo-fi come da buona tradizione del primo black metal, effetti da esorcismo dall’esito fallimentare e velocità esecutive perlopiù tiratissime come una feroce corsa di demoni alla ricerca di vergini da sacrificare nel pieno della notte, il tutto in alternanza di alcuni brani ambient dall’atmosfera tetra ed opprimente, ben saldati al Sabba metallico generale.

Il suono del tutto è, come già detto, estremamente grezzo, ma affascinante: segno di un’epoca in cui produrre un demo era sicuramente più faticoso di oggi e dove spesso strumentazioni di livello assolutamente primordiali erano frutto di registrazioni sicuramente scarne ma al contempo ricche di feeling, quasi l’opposto di molta roba che gira oggi si potrebbe dire….

Il black metal dei Demoncy è da sempre rapido e fatto di riff secchi e taglienti, brani brevi e spesso dritti al punto, e questa re-release in particolare mostra un sound sicuramente datato e fuori dagli standard attuali, con brani molto simili tra loro (un’analisi track-by-brani sarebbe un pelino fuori luogo….) messi su unicamente per mettere in mostra le velenosa voce del loro singer/stregone. La produzione sonora migliora di molto nei bellissimi brani ambient (stupendo a tal punto ‘Departure of the Dismal’) posti in alternanza di quelli puramente black metal (eccetto l’accoppiata in serie di ‘Winter Bliss’ e ‘Satanic Psalms’, qui si va ad alternanza di un brano black, uno ambient e così via), tecnica all’epoca molto usata in tantissime produzioni del black primordiale e primigenio, quello più istintivo, grezzo e sincero.

Una release per soli fan accaniti quindi, che sicuramente disgusterà i fan dell’estremo più occasionali e farà impazzire i veri adepti della sonorità più malate ed estreme, che ne riconosceranno immediatamente l’immenso valore storico e musicale.

Il voto che vedete sotto infatti esprime un risultato a metà tra queste due posizioni e non tiene assolutamente conto di quelle che potrà essere il valore individuale, bensì quello che pare essere più equo, a metà tra chi lo schiferà alla prima nota e chi ne farà la propria Bibbia del Black.

Puro pionierismo insomma. Only for true fanatics.

 

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