Recensione: Fighting the Poison

Di Andrea Bacigalupo - 29 Marzo 2019 - 0:00
Fighting the Poison
Etichetta:
Genere: Thrash 
Anno: 2019
Nazione:
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75

I Mosh-Pit Justice sono nati nel 2012 in Bulgaria e sono un trio, composto da Georgy Peichev alla voce, Mariyan Georgiev al basso e Staffa Vasilev alla chitarra, con alle spalle l’EP ‘The Serpent’ e tre successivi Full Length: ‘Mosh-Pit Justice’ del 2013, ‘Just is Served’ del 2014 e ‘Stop Believing Lies’ del 2016. 

Ora è la volta del quarto album, dal titolo ‘Fighting the Poison’, disponibile dal 29 marzo 2019 attraverso la label nostrana Punishment 18 Records.  

La caratteristica essenziale del nuovo lavoro e l’enorme forza che ne esce, generata dalla fusione di un Thrash aggressivo, irruente e sfacciato, tipo quello dei Nuclear Assault e degli Overkill, con un Heavy Metal potente ed epico sul modello dei Sanctuary.

Il risultato è un’energia che, espandendosi, inchioda e lascia senza respiro, come un maglio che colpisce ripetutamente alla bocca dello stomaco.

Nell’album non ci sono pause o momenti di stasi: tutto si svolge prepotentemente in otto tracce, della durata che va dai circa quattro minuti e mezzo ai quasi sei minuti, risultato, si presume, della voglia di comporre qualcosa di articolato e distinto che lasci il segno.

Ed il segno viene lasciato eccome! Prima di tutto da una voce versatile e con un’ ampia gamma di tonalità, che riesce ad essere abrasiva nei momenti feroci ma anche autorevole nei momenti epici, con tutta una serie di variabili intermedie sempre adeguate al sound, accompagnate da chorus profondi e determinati. Altro elemento cardine è la chitarra solista, incisiva ma melodica che diventa  protagonista e non semplicemente un mezzo per dar respiro alla voce. Ed infine la sezione ritmica, serrata e deflagrante, che passa dai momenti più Thrashy a quelli più mitici senza alcuno sforzo e senza alcun calo di forza o pesantezza, anche durante i cambi di tempo più improvvisi e repentini.  

MPJ 450

L’album inizia malvagiamente con ‘Bound to Decay’, che crea un senso di aspettativa prima di partire a tutta velocità, con la parte Hardcore del Thrash che viene ampiamente esaltata fino al refrain, epico pur senza variazioni ritimiche. I Mosh-Pit Justice avvisano subito: ‘spacchiamo le ossa’.

La velocità della seguente ‘Feel Me to the Flames’ è più controllata, con un assolo su tempo cadenzato carico d’atmosfera. Il pezzo è molto variabile e moderno, impreziosito da brevi narrazioni sofferte ed urla cupe che ne maggiorano la dinamica.

Good Wills It’ è veloce ed esplosiva, con una sezione mosh a cui non si riesce a resistere: prima parte il piede e poi la testa senza che ci si possa fare niente. Buono l’interludio che esce dal Thrash per addentrarsi nei meandri del Metal, con la chitarra che segue la voce fino a sostituirla trasformandosi in un assolo tanto veloce quanto melodico.

Il serpente continua a tentare: ‘The Serpent’s Call’ inganna con un inizio acustico e lento che seduce, per trasformarsi malignamente prendendo potenza. Alle strofe cadenzate segue prima un accelerazione improvvisa e poi un rallentamento nel quale si sprigionano delle validi connessioni di basso che portano all’assolo. Il pezzo è un campo di battaglia, con continui attacchi e ritirate senza vinti o vincitori. E’ solo la musica che domina.

Le restanti ‘State of Damnation’, ‘In the Final Days’ e ‘Prove Your Faith’ corrono sugli stessi binari: aggressioni sonore composte da velocità strafottenti, cambi di tempo, il Thrash che si trasforma in Heavy e l’Heavy che diventa Thrash e tanti assoli da brivido.

Chiude  ‘Forgin Our Fate’, un po’ diversa dalle precedenti tracce mostrando la versatilità degli artisti che, con essa, si destreggiano all’interno di un classico ritmo marziale, che viene stoppato da un interludio lento per poi riprendere potente ed epica fino all’assolo finale.

Concludendo, buon lavoro questo ‘Fighting the Poison’, che porta i Mosh-Pit Justice a confrontarsi con i grandi, avendo i numeri per provare a mettersi sul loro stesso piano. Una nuova generazione Metal sta prendendo corpo, ed i Mosh-Pit Justice fanno parte di essa. Bravi!!! 

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