Recensione: Fighting The World

Di Enzo - 26 Dicembre 2001 - 0:00
Fighting The World
Band: Manowar
Etichetta:
Genere:
Anno: 1987
Nazione:
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85

“Ride like the wind
Fight proud, my son
You’re the defender
God has sent”.
Defender, Manowar

Diciamoci sinceramente la verità senza girarci intorno, se qualcuno afferma che il platter in questione è un disco brutto e commerciale evidentemente non ha ben capito cosa sia la vera Heavy Metal music. Non quella epica e solenne (che comunque amo), ma quella granitica, prode e rocciosa, e se qualche fans crede che ciò sia commerciale, allora vada a ripetersi l’abc della musica più loud’n proud del pianeta. Credetemi quando dico queste cose perchè non parlo da fanatico della band, ma parlo da grande appassionato unicamente di Heavy Metal. I Manowar con questo lavoro chiudono in parte la loro saga epica per aprire un nuovo corso musicale caratterizzato da sonorità più aggressive, d’impatto e potenti, senza comunque mai abbandonare quell’Epic Metal che li ha resi grandi e che sarà comunque presente (in maniera diversa e costante) nei lavori a seguire.

Il disco si apre con la title track, appunto Fighting The World, una song dai rocckeggianti sapori, una scarica di metallo pesante senza scampo alcuno per “losers and posers”, una batteria imponente ed un Adams che ci fa davvero ben sperare per le restanti tracce vista la sua smagliante forma. Blow your speaker è uno dei pezzi più belli dell’intero lavoro e dell’intera discografia della band. Una canzone potente accompagnata da un ritornello prode e avvincente, i riff sono tutt’altro che commerciali, il chorus è forse tra i più possenti e distruttivi dell’intero platter e tutta la canzone, mista a riff energici ed ultra granitici, ci regala minuti di puro e rocciosissimo hard’n heavy, ma di quello “loud”! Fino a questo punto del disco notiamo che il lavoro melodico è molto diverso dai primi 4 album senza dubbio, molto più diretto e molto più incisivo e potente a discapito certo di una meditata e barbarica epicità.
Carry On è uno dei brani più belli che i Manowar ci hanno regalato in questo platter. La song è introdotta da un lento arpeggio che ben presto cede il passo alla pura forza sonora composta da riff semplici e chorus spaccasassi che rendono tutto incredibilmente evocativo e pregno di una mistica atmosfera in cui si esalta lo spirito libero così caro alla band attraverso testi davvero azzeccati.
E se la seguente Violence And Bloodshed è forse il punto più debole del lavoro, ciò non si può dire della successiva, epica e suprema Defender, introdotta dalla voce del mitico Orson Welles (già presente in Battle Hymns), un brano cullto, composto da arrangiamenti perfetti, riff metallici e “pathos” unico che lo rendono uno dei pezzi cardine della discografia della band. Una vera gemma addirittura resa unica proprio in virtù del suo epicheggiante ed ossianico incedere. Drums Of Doom parte con un’inquietante rumore di un galoppare di cavalli scaturito dalla batteria di Columbus, piccolo gioiello di poco più di un minuto e mezzo che ci regala questo grande tocco di classe ed è come un’intro per la successiva Holy War, song cupa e possente grazie ai suoi mitici chorus. Segue Master Of Revenge un piccolo brano che continua come se fosse un’unica canzone (o meglio dire un intro) con Black Wind, Fire And Steel, storico pezzo in cui Adams da il meglio di se cantando in alcuni punti in un frenetico falsetto mai ascoltato prima. Una song che, anche se strumentalmente un pò arronzata, riesce tuttavia a regalarci puri minuti di sano Heavy Metal epico e violentissimo.
In questo disco appare una band che ha sapuro evolversi e comporre un qualcosa di diverso, di roccioso e dannatamente loud nelle melodie, melodie che comunque verranno sviluppate e rese più complesse nel seguente e supremo album Kings Of Metal che segnerà un connubio tra potenza ed epicità a dir poco sublime.

In conclusioene mi sento di dire che Fighting The World è un disco fondamentale sia per la nostra musica che per la band, la precedente saga epica composta dai primi 4 dischi andava interrotta affinchè diventasse leggenda e Fighting The World consegna lo scettro della leggenda proprio a quei primi 4 dischi facendo così intraprendere alla band un nuovo cammino tra i sentieri dell’acciaio, un cammino che ancora oggi non smette di brillare.

Vincenzo Ferrara

TrackList:
Fighting the world
Blow Your Speakers
Carry On
Violence And Bloodshed
Defender
Drums Of Doom
Holy War
Masters Of Revenge
Black Wind, Fire And Steel

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